«Lavorando con lei ho scoperto che i sacrifici decantati da tutti gli atleti di altissimo livello esistono davvero. Devi essere al 100% a disposizione del tuo sogno. E non basta ancora. Non è solo questione di talento. Un conto è essere tra i primi 10, un altro è essere il N1».
É con queste parole che Mattero Giunta inizia a raccontare del suo percorso come allenatore di nuoto. Matteo infatti è l’allenatore della campionessa e primatista mondiale Federica Pellegrini. Nato a Pesaro 37 anni fa, dopo il diploma si è laureato a Torino presso la facoltà di Scienze Motorie. Dopo un quadriennio col gruppo ADN Swim Project, il desiderio di fare l’allenatore di nuoto diventava ogni giorno più forte e serviva concretizzarlo, ma ad una condizione:
Matteo dal 2014 è l’allenatore di Federica Pellegrini. Qual è il tuo obbiettivo e quali sono i prossimi impegni di Federica? «L’obbiettivo dell’allenatore è prima di tutto quello di far esprimere all’atleta la sua massima potenzialità. Saper tirare fuori il meglio, in modo che il picco si raggiunga nel momento della gara più importante. Nel caso di Federica, ad ora, l’Olimpiade a Tokyo».
E proprio sulle Olimpiadi di Federica Pellegrini c’è molto da dire. Si è vociferato che Tokyo 2020 ha alte probabilità di essere la sua ultima Olimpiade prima di appendere definitivamente gli occhialini al chiodo.«Anche nel 2016 si diceva che sarebbe stata la sua ultima Olimpiade. Nel frattempo, sono passati 4 anni e a Tokyo ci sarà. È un pensiero che ora non ha, ci penserà dopo l’Olimpiade».
Ci sono dei sacrifici che anche tu come allenatore devi affrontare?
«É un lavoro che devi fare con una dose di passione che non è spiegabile. Non fai l’allenatore di calcio, che sei strapagato e a fine mese sei comunque contendo di quello che vedi sul conto in banca. Sono i risultati di Federica che mi ripagano degli sforzi che ho fatto». Quello che fa scalpore di Federica Pellegrini – spiega Matteo – “non è che abbia vinto l’Olimpiade, ma che lo stia facendo da 15 anni. È la continuità fondamentale. Se già è complesso arrivare nell’élite mondiale, quel che è ancora più difficile è rimanerci”
Vanessa Righetti