Il momento migliore per piantare un albero, sosteneva Confucio, è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso. A Verona, vent’anni fa, gli alberi erano già stati piantati, magari il verde non era così diffuso, e però le piante erano lì, intoccabili, a mostrarsi spoglie d’inverno e a garantirci un po’ d’ombra e d’ossigeno d’estate. Chi, in municipio, apriva anche solo per un minuto alla possibilità di segare qualche pianta veniva a sua volta abbattuto dalle critiche dell’opinione pubblica fino al punto di rinunciarvi. Adesso, invece, gli alberi sono sempre meno. I lavori per la realizzazione del filobus hanno già raso al suolo decine di pini marittimi e di altre piante tra le vibranti proteste dei residenti, prima quelli del quartiere Stadio, ma ora le rimostranze – inascoltate – si stanno espandendo a macchia d’olio. Ben che vada, stando ai calcoli, una volta terminato il filobus avremo 267 piante in meno. L’amministrazione comunale, e ci auguriamo che le cose vadano davvero così, ha subito informato i cittadini che gli alberi abbattuti verranno sostituiti, che là dove c’era il verde tornerà a esserci. E però, siamo in Italia, vedremo con quali tempi e quale sarà il risultato finale. Ora, è vero che noi tutti, stampa compresa, spesso ci interessiamo alle tematiche ambientali solo di fronte a fatti compiuti, ma è pur vero che questa giunta comunale ha dimostrato di essere molto attenta alla lotta all’inquinamento e al rispetto dell’ambiente, è sempre in prima fila quando si tratta di aderire a giornate ecologiche, al divieto di circolazione delle auto, a manifestazioni di sensibilizzazione. E dunque stride non poco la celerità con la quale Palazzo Barbieri ha consegnato le motoseghe agli incolpevoli addetti all’uccisione degli alberi. In queste ore sta anche terminando l’abbattimento dei pini marittimi di via Pontida, dietro la basilica di San Zeno. In questo caso si tratta della messa in sicurezza del manto stradale sul quale, a causa di decenni di trascuratezza, si erano venuti a formare pericolosissimi avvallamenti dovuti all’ingrossamento delle radici delle piante: a ogni passaggio in motorino si rischiava di finire col muso sull’asfalto. Per il Pd i pini marittimi erano sani e si poteva agire in altro modo. Per l’amministrazione comunale, invece, l’intervento non era più rinviabile. Non essendo esperti in materia ci asteniamo da ogni giudizio. Ci limitiamo a dire che la strada andava sistemata anni fa, e dunque il dito va puntato contro chi ha dormito in passato o ha fatto finta di non vedere, e che di questo passo, per trovare un po’ d’ombra d’estate, saremo costretti a piazzarci sotto i pali del filobus.