“I dati parlano chiaro: la crisi non è finita”. È il commento di Manuel Baldo, presidente del sindacato caffè-bar di Confcommercio Verona, ai dati di Infocamere-Fipe (Federazione pubblici esercizi-Confcommercio) divulgati nei giorni scorsi da cui emerge che nella provincia scaligera il 2017 si è chiuso con un saldo negativo per ristoranti e, soprattutto, bar: 118 iscrizioni e 202 cessazioni per i primi, con un saldo di -84; 113 e 224 per i secondi, per un -111 consuntivo. Complessivamente il saldo negativo si attesta sulle 195 unità con un trend peggiore – in particolare per i bar – della media regionale. Le cause? “La burocrazia sempre più oppressiva ed asfissiante, i costi crescenti, specialmente delle forniture e del lavoro a fronte di prezzi praticamente fermi da almeno 5 anni, tanto per citare le principali”, sottolinea Baldo. “E poi c’è la questione del mercato “parallelo” senza regole, vale a dire la concorrenza sleale esercitata da club e circoli privati, dagli esercizi agrituristici, nonché dalla miriade di feste ed eventi vari”. Una proliferazione che peraltro potrebbe trovare un ostacolo dalle misure richieste per tutelare la pubblica incolumità e salvaguardare l’ordine e la sicurezza, anche in relazione al pericolo derivante dalla minaccia terroristica. Gli esercenti di Confcommercio Verona si augurano che le disposizioni emanate dalla Giunta regionale del Veneto sull’argomento “sagre e feste”, vengano presto recepite da tutti i Comuni affinché venga predisposto un calendario unico delle feste “autorizzate La nostra categoria non è contraria “a prescindere” alle sagre e manifestazioni che hanno lo scopo di promuovere le imprese e i prodotti del territorio, ma ai tanti eventi che vengono organizzati esclusivamente per fare “cassetto”.