“Divampa la polemica tra maggioranza e le opposizioni in consiglio regionale sulle modalità con cui dovrebbe essere pubblicizzato il lavoro della commissione d’inchiesta.
È evidente che la maggioranza chiede lo streaming non per un desiderio di trasparenza ma perché vorrebbe trasformare un’occasione di approfondimento in un processo mediatico al professor Crisanti”, sostengono i portavoce di +Europa Annalisa Nalin e Corrado Cortese.
D’altra parte, pur comprendendo le ragioni delle opposizioni che chiedono di rispettare il regolamento secondo il quale le commissioni si svolgono a porte chiuse e si rendono pubbliche le conclusioni, è evidente che il tema è troppo sentito dalla popolazione per poter immaginare di tenere le informazioni solo per i consiglieri regionali.
A questo punto ci sentiamo di rilanciare la nostra proposta: ora che è il momento di fare i conti con quello che è successo, è necessaria un’opera di trasparenza a tutto tondo. Diventa quindi determinante che alla commissione possano partecipare anche i partiti che non sono presenti in consiglio, così come le associazioni, le parti sociali ed i cittadini. Riteniamo fondamentale, se si vuole fare davvero un’opera di trasparenza e non l’ennesimo spot, permettere la più ampia partecipazione a questo momento di verifica. Senza creare processi mediatici ma anche garantendo trasparenza ai cittadini veneti”.