Una verità che chiamare scomoda è dire poco: Report torna a indagare sulla gestione pandemica da parte del Governo italiano scovando scenari a dir poco inquietanti.
Si parla ancora del mancato aggiornamento del piano pandemico, ovvero il documento di cui ogni Stato deve essere provvisto, contenente tutte le direttive da attuare in casi come l’epidemia di Coronavirus.
Un documento che sostanzialmente ci fa capire perché siamo ancora a questo punto, dalla mancanza di terapie intensive, alla carenza di personale sanitario, passando per le scorte di mascherine: tutte le falle sono dovute al mancato aggiornamento del piano pandemico italiano, antiquato ormai di circa 14 anni.
Nonostante il numero 2 dell’OMS Ranieri Guerra avesse contestato l’indagine sulla pagina pubblica del programma di Sigfrido Ranucci affermando che il documento fosse stato aggiornato dall’Italia, nuovi tremendi particolari sono emersi nel mese di aprile, quando Report ha svelato consultando un esperto che gli aggiornamenti erano in realtà dei maldestri copia-incolla e che nulla fosse stato fatto davvero per attualizzare il documento.
Ora, con l’inizio della nuova stagione, escono allo scoperto nuovi inquietanti particolari: “Dei documenti dell’OMS sono stati fatti sparire: uno è un dossier, sparito poche ore dopo la pubblicazione. Riguardava la gestione italiana della pandemia. Un documento redatto da alcuni ricercatori dipendenti dell’OMS e pubblicato dalla divisione europea che è stato fatto sparire perché imbarazzava le autorità italiane e imbarazzava il numero 2 dell’OMS Ranieri Guerra”.
“La notizia più importante che vi anticipo in esclusiva è che la Guardia di Finanza pochi giorni fa ha fatto una copia conforme del materiale contenuto sui Pc di Silvio Brusaferro, Presidente ISS, da febbraio a giugno. Questo per dire che ci sono delle responsabilità nei ritardi dell’attuazione del piano contro le pandemie.
Abbiamo poi mostrato un documento inedito su cui è posto il sigillo di riservatezza: dovete sapere che nei primi giorni di febbraio, prima che scoppiasse il caso Codogno, un ricercatore, tale Stefano Merler della Fondazione Kessler, studiando la diffusione del virus in Cina ha ipotizzato tre scenari che riguardavano il nostro Paese: nel peggiore degli scenari contava già allora – prima che esplodesse la pandemia, sottolineiamo – dai 35mila ai 70mila morti.
Alla luce dei dati emersi oggi più che uno scenario sembra una triste profezia”. ha concluso Ranucci.