La clamorosa protesta di Gianmarco Mazzi: “O cambiano o m’incateno all’Arena” “La chiusura alle 22 è un’autentica sentenza di morte per il mondo dello spettacolo”

“Se non sarà prevista una deroga, il coprifuoco alle 22 come stabilito dal governo è una sentenza di morte per il mondo dello spettacolo dal vivo. E’ una decisione illogica, abbiano allora il coraggio di dirci che le arene devono rimanere chiuse”.
Non usa mezzi termini Gianmarco Mazzi, amministratore e direttore artistico dell’Arena di Verona, dopo la decisione di confermare per ora l’orario del coprifuoco e il limite di mille persone. L’Arena aveva annunciato nei giorni scorsi di essere pronta a ripartire in sicurezza fino a 6mila presenze. “Non hanno riflettuto, spero ci rimettano mano e testa. Stavolta non rimarremo in silenzio”. “Faccio una proposta: che il biglietto di un concerto, con data, nominativo, orario di inizio e di fine dell’evento possa valere come autocertificazione per tornare a casa dopo la fine dello spettacolo – aggiunge Mazzi -. Se vogliamo far riprendere il settore dobbiamo trovare il modo di lavorare”. Per l’ad, “non c’è base logica, non c’è stato approfondimento da parte dei tecnici”. Il primo evento previsto all’Arena è il concerto-evento de Il Volo, omaggio a Ennio Morricone, il 5 giugno, che andrà in diretta tv e da cui sarà estratto anche uno speciale di 60 minuti per l’americana Pbs. “Se non sarà possibile farlo in presenza, lo faremo comunque, ma sarà l’immagine giusta da mostrare al mondo? E non staremo in silenzio: se sarà necessario, io, il sindaco di Verona e magari anche Il Volo, ci incateneremo, come mi invitava a fare Dario Fo per far valere le proprie ragioni”, minaccia Mazzi. Sull’argomento, ecco l’intervento di Flavio Tosi. “Il Governo si dimostra troppo timido sulle riaperture, spinto dall’asse Pd-Leu-5 Stelle. La vicenda del coprifuoco è emblematica: le Regioni all’unanimità si erano espresse con il Governo per portarlo alle 23. Confermarlo alle 22 invece significa non voler provare a fare un passo avanti deciso in termini di “convivenza” con il virus. Era ed è possibile proporre un modello diverso: per esempio fissare il coprifuoco alle 23 prevedendo delle precise regole anti-assembramento. Si può fare già adesso in quelle regioni come il Veneto con un quadro epidemiologico sotto controllo e una campagna vaccinale già in grado di coprire la fascia più anziana della popolazione.
Giusto sostenere il Governo Draghi, se il centrodestra non ci fosse difficilmente si sarebbero ottenute le parziali riaperture. Ma appoggiarlo convintamente non significa viverlo acriticamente, o non agire per provare gradualmente a riaprire sempre di più in modo da tornare a vivere in sicurezza”.