La chiusura della maternità di Borgo Trento a causa del batterio killer. “Zaia, niente domande. Lei deve dare risposte ” L’intervento di Elisa La Paglia, consigliere comunale del Pd

“La chiusura improvvisa della Maternità di Borgo Trento ha spiazzato tutti, dalle gestanti, che non sono state avvisate, agli ospedali limitrofi chiamati a fornire supporto.
Non meno delicata è l’attuale fase di apertura della nuova terapia neonatale e pediatrica (Tin-Tip) nella quale vengono spostati tutti i piccoli degenti dal 1° gennaio 2020. Secondo le istruzioni impartite dalla direttrice Sanitario Chiara Bovo la nuova Tin-Tip è operativa dal 14 giugno e prevede il completo ricambio del personale”. Così interviene sul delicato argomento il consigliere del Pd Elisa La Paglia.
“Chiedo venga data accurata informazione e tutte le rassicurazioni del caso alle gestanti, attuali e future: qual è ilvello di servizio che può assicurare questa nuova terapia intensiva nel malaugurato caso in cui un nascituro di tutta la provincia di Verona ne dovesse aver bisogno? Fino a prima dell’emergenza Coronavirus sarebbe stato impensabile lo spostamento di un reparto così delicato in così poco tempo.
E’ assicurata la presenza di personale medico e infermieristico specializzato visto la necessità di dare il tempo, al vecchio personale, di fare tutti tamponi necessari?
E’ di tutta evidenza che trattare adulti da 80 chilogrammi non è la stessa cosa che trattare piccoli prematuri da 600 grammi. Questo a tutela dello stesso personale ma soprattutto per la tranquillità delle mamme che devono poter contare su un servizio che sia sempre al 100% delle sue possibilità. Abbiamo notizia anche della sospensione del trasporto neonatale da parte di Verona. Il servizio veniva effettuato in alternanza con Padova che ora se ne farà carico, temporaneamente, in toto.Con una contaminazione in corso da novembre 2018 e con 12 casi conclamati e riconosciuti di neonati contagiati, la commissione ispettiva sul citrobacter alla maternità dei Borgo Trento annunciata dal presidente Zaia rappresenta un atto dovuto di fronte ad un vicenda gravissima.


Chissà che l’inchiesta non aiuti a capire il motivo per cui la chiusura del reparto, che tutti gli esperti indicano come l’unica soluzione di fronte ad un nemico tanto insidioso, sia stata decisa soltanto pochi giorni fa, all’indomani della pubblicazione degli esiti della perizia disposta dal tribunale di Genova e non prima. Si poteva intervenire con maggiore tempestività? Ma la prima domanda a cui le madri veronesi pretendono risposta è chi ha deciso di non informarle del rischio in corso” prosegue La Paglia, che poi affonda i colpi.
“Su una cosa non sono d’accordo: come al solito Zaia parla col buon senso dell’uomo della strada, ma in realtà è al vertice della Regione Veneto dal 2005, 15 anni, prima come vicepresidente e poi come presidente. Le scelte strategiche sugli ospedali e sulle maternità sono passate tutte dal suo tavolo, compresa quella di costituire un Ospedale della Donna e del Bambino che concentrasse 3.600 all’anno chiudendo molte strutture territoriali pubbliche molto apprezzate. Altre Regioni, come Piemonte e da qualche anno anche Emilia Romagna, sono anche più attente all’accompagnamento delle donne gestanti con percorsi specifici pre e post-parto, mentre da noi centinaia di donne sono state “traslocate” da un giorno all’altro in altre strutture minando il rapporto con l’ente. Per tutte queste ragioni credo che Zaia sia chiamato a rispondere alle domande, non a farle”.