La Chiesa di Santa Teresa Il viaggio tra le meraviglie della nostra città

di Andrea Bertozzi

Per parlare della chiesa degli scalzi a VeronI, non possiamo tralasciare qualche cenno storico sulla vita dei Carmelitani. I Padri Carmelitani scalzi, arrivati a Verona,nel XVII sec. furono da prima ospitati nel convento dei Domenicani a Santa Anastasia. Successivamente essi acquistarono alcune case alla Valverde e ottennero in dono dalla Città tre campi di terra adiacenti; nel 1664 i Carmelitani si trasferirono nella nuova sede, che abbisognava di un’adeguata ristrutturazione.
La chiesa in origine venne dedicata alla SS.ma Annunziata e solo più tardi a S. Teresa d’Avila. L’ubicazione è abbastanza centrale, infatti si trova vicina a Porta Pallio e a Castelvecchio. La chiesa col tempo e con il susseguirsi dei lavori, diventerà molto bella, disponendo anche del materiale avanzato dalla chiesa di Venezia.
Nel 1666 ebbe inizio la costruzione del convento e della chiesa su disegno del frate Giuseppe Pozzi. I lavori furono ultimati solamente nel 1750, ad eccezione della facciata della chiesa, che fu compiuta più tardi.
La facciata è semplice ma armoniosa, la pianta è ottagonale con il soffitto ornato da un cornicione importante, con tre altari; i due altari laterali, magnifici per le loro colonne ritorte e per l’opulenza dei marmi policromi, sono opera dello scultore Giacomo Puttini. Le due statue laterali all’altare di Santa Teresa, raffiguranti i profeti Elia ed Eliseo, sono opera dello scultore Lorenzo Mattoni.
La tela dell’altare maggIore, raffigurante la Beata Vergine Annunziata dall’Angelo e in alto il Padre Eterno con gloria d’Angeli è di Antonio Balestra.
La facciata della chiesa, è mossa dalla presenza di tre statue, con Santa Teresa raffigurata in tre diversi momenti liturgici, opera dello scultore veronese Francesco Zoppi.
Come per molti altri edifici religiosi, nel 1810 il convento è soppresso per le leggi napoleoniche, anche se buona parte è comunque lasciato a disposizione dei religiosi. Anche la chiesa rimane aperta e un frate figura come vicario parrocchiale di S. Luca. Nel 1848 chiesa e convento vengono brutalmente confiscati dal governo e adibiti a caserma e a magazzino militare fino al 1857. Qualche frate resta a occupare alcune stanze per cui si parla si potrà parlare di un conventino Ospizio, che nel 1861 diventa addirittura priorato. Ma nel 1866 arriva la più drastica soppressione italiana, benché, aiutata dalla popolazione, vi resista una piccola comunità. Il destino del convento è di cambiare continuamente funzione, e Nel 1880 il demanio destina la maggior parte del convento a carcere. A tal proposito farà erigere nuovi muri che distinguono la casa di pena dalla zona dei frati.
Dopo il processo di Castelvecchio alla fine del 1943 gli ex gerarchi fascisti, tra cui G. Ciano ed E. De Bono, condannati a morte da Mussolini, sono rinchiusi temporaneamente alle Carceri degli Scalzi. Vi fu un bombardamento dell’ottobre 1944 che distrusse parte del complesso e i 300 detenuti sono avviati in Germania. I frati, si adattano alla meno peggio, avendo a disposizione la casa confinante a pochi metri, detta dei Bontemponi e acquistata anni prima.

Tiziano Brusco