Avendo parlato, qualche articolo fa di Santa Tosca e del sacello in cui sarebbe seppellita assieme a Santa Teuteria in via Cavour adiacente alla chiesa dei Santi Apostoli, e avendo raccolto informazioni sul suo essere la sorella di San Procolo, ritengo interessante occuparci ora della Chiesa dedicata appunto a San Procolo in zona San Zeno.
Occorre però affermare che secondo alcuni studi il racconto molto romanzato della vita di Santa Tosca deve essere riconosciuto inattendibile, ed eliminata Tosca, personaggio certamente leggendario, è possibile ora accogliere quanto affermato da documenti della Chiesa veronese che riportano che Teuteria fu sepolta nel sacello paleocristiano nel V secolo presso la basilica dei Santi Apostoli e che il 4 luglio 1160, a seguito di una ricognizione delle reliquie, fu rinvenuta una lamella plumbea con l’iscrizione “Teuteria Virgo Deo dicata”: la presenza di questa santa nei calendari veronesi è attestata dal IX secolo.
In Santa Teuteria, viene ricordato anticamente come il 5 maggio il popolo si raccoglieva per una veglia durante la notte: “… nella festa di questa Santa, dì cinque di Maggio, da buon numero di persone è molto frequentata”. Fu proprio in occasione di una di queste veglie che attraverso le reliquie della santa fu ottenuta la guarigione ad una giovane dal volto sfigurato.
La chiesa di San Procolo venne edificata tra il V e il VI secolo sopra un’antica necropoli, lungo la via Gallica ( un’antica strada romana che collegava i maggiori municipia della Pianura Padana. Iniziava a Gradum (Grado) passando poi da Patavium (Padova), Vicetia (Vicenza), Verona (Verona), Brixia (Brescia), Bergomum (Bergamo), Mediolanum (Milano) e Augusta Taurinorum (Torino), dove terminava il suo percorso. La via Gallica ricalca la moderna strada statale 11 Padana Superiore e in parte il percorso del Naviglio della Martesana. Al di fuori dalle mura romane di Verona, per contenere le spoglie del quarto vescovo di Verona, Procolo venne costruita la chiesa di cui parliamo oggi.
Il primo documento in cui essa viene citata è però datato 846, inserita in una lista di chiese restaurate o edificate dal poliedrico vescovo veronese Pacifico. L’edificio originario era lungo circa 32 metri e largo 11, dotato di un’unica aula terminante con un’abside; la pavimentazione, ancora parzialmente conservata era in battuto di malta, le fondazioni a sacco con ciottoli di fiume legati da malta e le pareti, o almeno le parti che si sono conservate, in mattoni di laterizio e ciottoli disposti in corsi regolari.
Nell’XI secolo l’edificio venne dotato di una cripta alla quale si poteva accedere mediante un’ampia scalinata centrale, ma le trasformazioni maggiori si ebbero nel secolo successivo, a seguito del terribile terremoto del 1117 che come sappiamo distrusse gran parte della città di verona e rovino’ in modo disastroso moltissimi importanti edifici: la cripta venne ampliata e la chiesa allungata di 6 metri fino alla facciata attuale, che fu realizzata in forma romaniche.
Nel corso del tempo subì diverse altre trasformazioni: tra il XIII e il XIV secolo furono realizzati diversi affreschi; nel 1392 venne posta una pregevole statua raffigurante Procolo, opera di Giovanni di Rigino; nel XV secolo venne costruito un porticato lungo il fianco destro, parzialmente chiuso nel XVIII secolo; infine nel corso del XVI secolo venne realizzato un nuovo accesso alla cripta.
Alcuni interventi successivi di restauro vennero effettuati solo nel 1951 e nel 1978, ma il principale ebbe luogo tra il 1984 e il 1988, durante il quale si effettuarono scavi archeologici.
Tiziano Brusco