La Cenerentola, scritta in soli 30 giorni tra Natale 1816 e gennaio 1817 per Roma, è uno dei capolavori di Rossini e la sua opera più amata insieme al Barbiere. Grazie anche al pirotecnico libretto di Ferretti, conquistò presto il pubblico e si stabilì in repertorio, tuttavia comparendo nelle stagioni di Fondazione Arena una sola volta, 8 anni fa. Domenica 17 La Cenerentola è finalmente tornata al Teatro Filarmonico grande successo di pubblico. Dopo il primo sold-out, replica fino al 24 novembre. Il ‘dramma giocoso’ della ‘bontà in trionfo’ mescola abilmente gag, scioglilingua, crescendo, ma anche momenti di tenerezza profonda, malinconia, scoperta di sé, perdono. È la chiave della lettura di Manu Lalli, regista dell’allestimento fiorentino, fedele al libretto ma con uno sguardo sull’emancipazione giovanile, con un principe che fugge un matrimonio combinato e cerca personalmente l’amore, e femminile, con una protagonista che vince la grettezza della famiglia adottiva con la lettura, l’empatia e il perdono. Sulle scene di Roberta Lazzeri e nei costumi di Gianna Poli, debutta a Verona il mezzosoprano Maria Kataeva, nei panni di una Angelina/Cenerentola consapevole e coraggiosa. Il principe Ramiro è il tenore Pietro Adaini, esperto belcantista come i buffi mattatori Dandini di Alessandro Luongo (cameriere del principe) e Don Magnifico di Carlo Lepore (avido patrigno). Le sorellastre Clorinda e Tisbe sono interpretate dal soprano Daniela Cappiello e dal mezzosoprano Valeria Girardello, già apprezzate anche nel Festival areniano, come l’Alidoro del basso Matteo D’Apolito (alternato a Gabriele Sagona), deus ex machina della vicenda. Sul podio, l’atteso ritorno di Francesco Lanzillotta, alla guida dell’Orchestra di Fondazione Arena e del Coro preparato da Roberto Gabbiani.