La caprese finisce sui muri L’idea di “Cibo”, artista veronese che copre così scritte razziste

Onore al merito. Del gusto “esclusivo” della nota “caprese”, piatto alquanto semplice (pomodoro e mozzarella tagliati a fette e conditi con olio, sale e basilico e, volendo, pure origano e/o acciughe) ma popolare anche all’estero e che, appunto per questo, è diventato uno dei tanti “ambasciatori” dell’orgoglio culinario italiano.
Niente di nuovo, certo, solo che, in quest’esasperata attualità da psicodramma antifascista, con la caccia ai neofascisti (veri forse, molto presunti, se non inventati di sana pianta) ed ai loro “simboli del male assoluto”, c’è andata di mezzo anche lei, l’onesta ed apolitica “caprese”, usata da uno street artist veronese, Pier Paolo Spinazzé, nascosto dietro la firma (non casuale) di Cibo, per coprire malefatte graffitare rigidamente d’estrema destra.
Quindi, disegni, scritte, croci celtiche, svastiche ecc. tracciati su muri di pubbliche vie e riconducibili al “mondo perverso nero” (per nulla accostabile all’“acqua santa” di falce & martello, sic), sono mondati dal censore artista da strada e ricondotti alla riqualificazione “santificante” attraverso messaggi visivi e colorati dei vari filoni gastronomici.
Qualche informazione in più su questa “crociata” contro gli scarabocchi pseudo fascisti-nazisti-razzisti in giro è possibile averla tramite il profilo stesso su Facebook di Cibo o, ad esempio, il link https://www.artuu.it/2018/10/21/cibo/curiosita/ ed. Ed intanto, come… “assaggio”, ecco le foto della “cura-Cibo” in via Giuseppe Zattoni, a Ca’ di David, alle porte di Verona. Sopra alle deturpanti “infamie fascistoidi”, lo street artist ha dipinto (e firmato) un forse esagerato ma certo efficace elogio della “caprese”, maschera radical chic delle “infernali” espressioni nero-carbone precedenti.