“Oro, oro, oro. Quanto oro ti darei. Oro, oro, oro. Per averti così” cantava il compianto Mango. E mai testo descrive meglio il successo che all’ultimo respiro ha conquistato sabato sera il Verona.
La capocciata dell’enfant du pays Diego Coppola ha mandato al tappeto l’Udinese e letteralmente a casa il povero Gabriele Cioffi a cui, evidentemente, l’Hellas non porta bene visto che è arrivato l’esonero dalla panchina friulana per l’ex tecnico gialloblù.
Una vittoria che vale, appunto, oro, tre punti destinati a cambiare il futuro della squadra di Marco Baroni nello sprint salvezza. Tanti i motivi per cui gioire. Vincere uno scontro diretto in questa fase della stagione ha un’importanza vitale. Senza dimenticare che risposta migliore non poteva esserci al sorprendente successo dell’Empoli contro i più che mai ex campioni d’Italia del Napoli e al pareggio conquistato dal Frosinone sul campo del Torino.
Il Verona ha mostrato i muscoli, uno scatto che può rivelarsi decisivo, letale per le avversarie. Ma la rete della preziosa vittoria se esalta la determinazione, la voglia del Verona di arrivare a conquistare il bottino pieno non deve far dimenticare la sofferenza patita. Primo tempo soporifero con Montipò ancora sugli scudi per l’istinto alla girata sottomisura di Lucca, per i gialloblù un solo squillo in 45′, il colpo di testa di Noslin che è andato ad infrangersi contro il palo della porta dell’Udinese. Ma friulani che nel primo quarto d’ora della ripresa hanno messo alla frusta i gialloblù, confezionando un paio di occasioni davvero clamorose.
Ancora Lucca in negativo per i bianconeri con un rigore in movimento che ha preso il decollo, poi Ehizibue che ha cestinato una dormita della difesa del Verona ciccando clamorosamente davanti a Montipò. Insomma in un Bentegodi stracolmo di passione, affetto, dedizione, oltre 27 mila le presenze, l’Hellas ha saputo stringere i denti nel momento topico del match e va dato atto che le parole della vigilia di Baroni sono state ancora una volta profetiche.
“E’ importante chi subentra, perchè possono dare la carica”.
Così è stato. Se gli innesti di Bonazzoli e Swiderski non hanno cambiato il passo al Verona, l’inserimento del duo slovacco ha dato nuova linfa ai gialloblù, una scossa fondamentale nei minuti finali. Non è un caso che il colpo di testa di Folorunsho che è andato ad incocciare la traversa dell’Udinese sia nato su un assist di Duda e la stessa rete della vittoria di Coppola sia figlia della parabola perfetta disegnata dalla bandierina sempre da Duda.
Da ultimo una constatazione semi amara. La rete che ha incendiato il Bentegodi porta la firma di un ragazzo di Verona, arrivato all’Hellas all’età di 8 anni. Uno dei, in quel momento, quattro italiani in campo e tutti con i colori gialloblù. E’, fortunatamente, un mondo senza frontiere ma è pur sempre il campionato italiano.
Mauro Baroncini