La nuova Bohème chiude la Stagione Lirica 2022 di Fondazione Arena con un turbine di amicizia, amore e gioventù per conquistare il palcoscenico del Filarmonico. Con la nuova Bohème sogni, speranze, disillusioni dei giovani dell’800 vengono raccontati attraverso il maggio francese del ‘68. C’è tutto questo nella Bohème, opera eternamente giovane, e molto di più, grazie alla musica più ispirata e toccante di Puccini. Nel nuovo allestimento di Fondazione Arena, firmato da Stefano Trespidi con Guillermo Nova, Silvia Bonetti e Paolo Mazzon per scene, costumi e luci, lo spirito libertario della gioventù è rappresentato dalla rivoluzione giovanile del maggio 1968, a Parigi e in tutta la Francia. Giovani e giovanissimi sono gli interpreti principali, già internazionalmente affermati, guidati dalla direttrice Alevtina Ioffe, al debutto veronese, con l’Orchestra e il Coro di Fondazione Arena e il Coro di Voci Bianche A.Li.Ve. Quattro le rappresentazioni, dall’11 al 18 dicembre. “Siamo insieme orgogliosi e curiosi di questa nuova produzione – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona – che mette insieme diversi giovani di talento, cui siamo sempre stati attenti in questi cinque anni, affiancandoli ai grandi nomi del panorama internazionale, sia al Filarmonico che in Arena. È una direzione che abbiamo voluto dare anche alla programmazione artistica 2023, più ricca che mai, e alla preparazione dell’imminente 100° Festival. Prima ancora della presentazione odierna, con il regista e alcuni interpreti siamo andati una settimana fa all’Università di Verona, in collaborazione col Dipartimento di Culture e Civiltà, ad incontrare molti studenti che non conoscevano il mondo di iniziative e offerte loro riservate dalla Fondazione’’. La Bohème debutta domenica 11 dicembre (alle 15.30) e replica mercoledì 14 dicembre (alle 19), venerdì 16 dicembre (alle 20) e domenica 18 dicembre (alle 15.30). La direttrice d’orchestra Alevtina Ieffe si dice onorata per questa responsabilità, ovvero quella di dirigere la Bohème in Italia. “Conosco bene Puccini-afferma- ma in Bohème c’è una differenza d’orchestra che è caratterizzata dalla leggerezza che porta anche ad un’importante equilibrio tra l’orchestra stessa e il palcoscenico. Una grande difficoltà nella rappresentazione delle opere di Puccini sono i tempi, che cambiano in continuazione ed è per questo che serve molta attenzione. E’ difficile anche rendere la parte emotiva della partitura, Puccini impatta sul pensiero e sulle emozioni come Dostojevsky lo fa nelle sue opere letterarie’’. Per il regista Stefano Trespidi è molto importante conquistare un pubblico diverso che copra diverse fasce d’età, soprattutto quella più giovane. “E’ essenziale- dice- che i giovani capiscano che Bohème non è un’opera per vecchi, bensì una rappresnetazione che parla con loro e di loro’’. Quanto alla musica, gli artisti, l’Orchestra di Fondazione Arena, il Coro preparato da Ulisse Trabacchin e le voci bianche di A.LI.VE. dirette da Paolo Facincani, saranno diretti dalla giovane Alevtina Ioffe, pluripremiata direttrice di origini russe che con questo prezioso ed impegnativo titolo fa il suo atteso debutto sul podio a Verona.
Francesca Brunelli