“Se da un lato si è favorevoli a eliminare le restrizioni puntando sul buonsenso, non capiamo perché in molte case di riposo venga ancora vietato l’accesso ai familiari degli ospiti come fossimo sempre a inizio pandemia. Gli anziani hanno bisogno di un minimo di socialità dopo due anni di isolamento la visita di un figlio o di un nipote può essere la medicina migliore”.
È quanto dichiara Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini in merito all’aumento dei contagi da Covid 19 e all’appello alla prudenza rilanciato dal presidente del Veneto.
“È indubbio che dobbiamo proteggere i più fragili e ho già espresso le mie perplessità sul ‘liberi tutti’ generalizzato in un momento in cui il numero dei positivi è in forte rialzo. Però qua sembra ci sia una sorta di accanimento: personale e utenti sono vaccinati con tre dosi e i familiari in visita usano ogni precauzione. È singolare che nel momento in cui si riaprono le discoteche, si toglie il Green pass per viaggiare sui mezzi pubblici o andare al ristorante, per le case di riposo valgano le regole da lockdown come fossero gli unici luoghi dove il virus può ancora attecchire”, conclude la nota della consigliera del Pd, sempre attenta alle problematiche legate alla sanità.