Tra gli edifici drel complesso della cattedrale, un’altro molto importante è sicuramente la Biblioteca Capitolare che porta i segni della storia millenaria di Verona. Il complesso è conosciuto come il “Canonicato” e si estende fra la riva destra dell’Adige e la piazza del Duomo di Verona.
La Biblioteca Capitolare di Verona è una famosa istituzione conosciuta per essere la biblioteca più antica al mondo e per la preziosità dei suoi manoscritti. Il complesso di cui stiamo ancora parlando, come abbiamo già accennato, sorge in una delle zone più antiche della città. In epoca romana vi erano, secondo la tradizione, le pubbliche terme, il Ponte Pietra che serviva la via Postumia dal 148 a.C., e uno scalo commerciale sull’Adige, le cui tracce sono ancora visibili nei seminterrati della Biblioteca.
Tra i diversi motivi che portarono a scegliere questa zona come sede primaria della Chiesa veronese ci sta sicuramente il fatto che era zona protetta dall’ansa dell’Adige e centro di passaggio.
L’era cristiana a Verona possiamo dire che iniziò nel IV secolo con la prima Basilica Paleocristiana edificata da San Zeno (vescovo di Verona tra il 362 e 372) di cui restano le mura perimetrali, il presbiterio e alcuni mosaici sotto l’attuale chiesa di Sant’Elena.
La chiesa voluta da San Zeno fu sostituita dopo breve tempo nella seconda metà del V secolo, da una seconda Basilica molto più grande. Questa seconda Basilica si estendeva su parte dell’attuale chiostro dei Canonici, in cui si possono ancora ammirare estesi mosaici e colonne.
La Basilica purtroppo nel periodo che va verso la fine del 700 verrà distrutta improvvisamente da un incendio. Fra la Basilica e la riva dell’Adige sorse il primo edificio che ospitava la Schola dei sacerdoti e lo Scriptorium per produrre i manoscritti per la loro istruzione: la prima testimonianza a noi pervenuta di questa istituzione è la sottoscrizione del lettore Ursicino del 517. Carlo Magno affidò Verona al figlio Pipino, che perfezionò i suoi studi presso lo “Scriptorium veronensis” e si dedicò alla ricostruzione della città dopo i danni delle continue guerre. Sulle rovine della Basilica, Pipino fece ampliare la sede del “Canonicato”. Del periodo carolingio, oltre alla chiesa di San Elena, è ancora visibile il lato est del complesso canonicale.
Tutta l’area subì il terremoto del 3 gennaio 1117, ma la ricostruzione fu veloce ed incluse anche l’edificazione, in stile romanico, dell’attuale Duomo che viene consacrato nel 1187.
Gli edifici del “Canonicato” vennero ulteriormente ampliati con la costruzione delle abitazioni oltre l’argine romano ed il completamento dell’elegante chiostro con doppio ordine di colonne sul lato che ospita lo Scriptorium e la Biblioteca.
Gli amanuensi, incaricati della copiatura dei testi, erano sacerdoti della Schola majoris Ecclesiae, cioè i Canonici del Capitolo (da cui l’aggettivo «capitolare») della Cattedrale. Durante i secoli di transizione tra Tarda Antichità ed Alto Medioevo, caratterizzati da profonde crisi, furono infatti prevalentemente gli uomini di Chiesa a ricevere un’istruzione, nonché ad avere la possibilità di acquisire e tramandare l’antica cultura classica nonostante la decadenza politica, sociale, demografica ed economica.
Tiziano Brusco