C’è un evento, nella recente storia del nuoto, che ha segnato il cambio di rotta per un’intera generazione di atleti. Un’impresa che, per quanto titanica, può essere riassunta in sole tre parole: Fioravanti, Sidney 2000.
17 settembre 2000: i 100 rana
Sembrava una giornata qualunque all’Acquatic Centre di Sidney, sede dei Giochi olimpici del 2000. I tifosi, annoiati sugli spalti, erano lì solo per assistere alle bracciate del “tonno australiano” Ian Thorpe: una gara senza l’idolo di casa, per loro, era solo tempo perso. Ma non lo era per noi: dopo una serie di batterie convincenti, un ventitreenne Domenico Fioravanti era pronto a tuffarsi dal trampolino per la finale dei 100 metri rana. Era giunto il momento di scrivere la storia: così così fino alla virata dei 50 metri, poi un ritorno da paura. Fioravanti stacca l’americano Ed Moses negli ultimi venti metri e ferma il cronometro a 1:00,46. Davanti a tutti. È la prima medaglia d’oro della storia del nuoto italiano alle Olimpiadi. Mai nessuno prima.
Il maestro Castagnetti
In vasca Fioravanti esulta e urla come un bambino, mentre a bordo piscina il suo allenatore, il compianto Giuseppe Castagnetti, si commuove lasciando correre anche qualche lacrima di gioia. «Finiamola qui in bellezza, mister» gli dice Domenico abbracciandolo nel corridoio. Castagnetti, però, non era per niente dell’idea: tre giorni dopo si sarebbe disputata la finale del 200 metri rana e Fioravanti non poteva mancare.
20 settembre 2000: i 200 rana
Il giorno prima della finale, nelle batterie di qualificazione, un altro nuotatore, Davide Rummolo, stabilisce il record italiano della disciplina: è la goccia che fa traboccare il vaso. Fioravanti, competitivo com’è, non ci vede più e la finale dei 200 metri rana è un assolo pazzesco: in vasca nessuno riesce a stargli dietro. Primo dall’inizio alla fine. «Fioravanti è davanti», ripete incredulo ad ogni bracciata il telecronista. Nessun tempo record, ma un primato irripetibile: doppio oro olimpico. L’unico, in tutta la storia dei Giochi, a riuscire nell’accoppiata 100 e 200 rana.
Vent’anni dopo
Peccato che, a causa di un problema cardiaco che l’ha costretto al ritiro a soli 27 anni, non abbia potuto ripetersi quattro anni dopo ad Atene.
Da quell’impresa in poi, il nuoto italiano ci ha regalato molte altre soddisfazioni, anche se la medaglia d’oro l’hanno conquistata solo Massimiliano Rosolino (sempre a Sidney, nei 200 misti), Federica Pellegrini (Pechino 2008, 200 stile libero) e Gregorio Paltrinieri (Rio de Janeiro 2016, 1500 stile libero). Certo, la prima volta non si scorda mai. E quel giorno, a Sidney, è sbocciato un Fiore d’oro.