Ma sì, a giudicare dalle ultime uscite (prima il Corriere della Sera, poi L’Arena), Damiano Tommasi deve aver finito il…riscaldamento. “Ecco perchè mi candido” il concetto espresso dall’ex presidente dei calciatori italiani.
Un’uscita attesa, anche se non è, ancora, quella dichiarazione ufficiale, che in questi casi è d’obbligo. Diciamo la verità, ci si aspettava (e ci si aspetta) una conferenza-stampa vera e propria, urbi et orbi, media schierati, giornali, radio e Tv, raffica di domande, eccetera eccetera. Un rito al quale Tommasi pare essere un po’ restìo, pur proveniendo da un’esperienza che dovrebbe invece avergli garantito abitudine e dimestichezza. Però, le due uscite con i maggiori quotidiani “veronesi” (e non solo) equivalgono a una scelta ben precisa.
IN RITARDO? La sensazione è che Tommasi e il centrosinistra abbiano comunque perso un po’ di tempo, sulla strada di un confronto ovviamente aperto e naturalmente (anche) acceso. Del resto, non dov’essere stato facile allineare le tante anime di una sinistra che veramente unita lo è stata poche volte. Inutile qui ricordare le ultime elezioni, dove il “fuoruscito” Bertucco fu alla base del mancato ballottaggio dell’allora candidata Orietta Salemi.
Una sinistra, che, giusto dirlo, mai come oggi avverte un’aria comunque favorevole. Proprio sfruttando le incertezze, tuttora presenti, del centrodestra e la forza (innegabile) di un candidato che deve mettere una certa pressione.
“Non è esperto, non conosce i problemi di Verona” il mantra di questi giorni, che vale per Tommasi come avvertimento del clima elettorale. Clima da “battaglia”, al quale peraltro, l’anima candida di giallorossa memoria è da sempre abituato. “Ho sempre lottato e corso per gli altri, mai avuto paura di lottare” dice sempre ricordando i suoi anni belli nella Roma e nella Nazionale.
IL VANTAGGIO. Se Tosi ha accumulato finora un certo vantaggio (leggi edizione di ieri) è altrettanto vero che Tommasi può contare su una credibilità e una considerazione che pochi candidati al suo posto avrebbero comunque avuto. Tommasi è un “marchio”, un timbro di garanzia, un “visto si stampi” che non ha bisogno di padrini o padroni, vale per quello che è. Certo, non è sicuro che questo si traduca automaticamente in voti, ma rappresenta una bella sfida per tutti, lui per primo. I suoi avversari lo sanno, per questo (occhio al paradosso…) la sua scelta di campo potrebbe persino “riavvicinare Sboarina (che ci sarà, qualunque cosa decida la Lega) e lo stesso Tosi. Magari “lontani” per tante cose, ma “vicini” perchè incosciamente alleati nella comune battaglia contro Tommasi. Insomma, ne vedremo delle belle. E siamo ancora in fase di…riscaldamento…