Ormai in fase conclusiva la raccolta di kiwi nella provincia veronese, iniziata verso la fine di ottobre. L’annata si prospetta con un segnale negativo non uniforme, ma a macchia di leopardo. Secondo l’analisi della Fondazione Prodotti Agricoli di Bussolengo e Pescantina, la produzione nella provincia scaligera, coltivata su un migliaio di ettari, è di -30% con punte di -50% in alcuni areali rispetto allo scorso anno. Le cause sono dovute a problematiche meteorologiche, tra cui il caldo del 2022 che ha ridotto il germogliamento e la fioritura ed episodi di grandine. La qualità è positiva con pezzature anche del 10-15% superiori allo scorso anno con prezzi ritenuti buoni in questa prima fase di commercializzazione.
“Il kiwi è una coltura rilevante per l’agricoltura veronese”, dichiara il presidente della Fondazione Prodotti Agricoli di Bussolengo e Pescantina Gianluca Fugolo che aggiunge: “Nonostante gli esiti causati dalla moria presente sul nostro territorio dal 2012 che ha diminuito gli ettari coltivati, osserviamo una ripresa delle coltivazioni, merito anche dell’adozione di nuovi portainnesti e di diverse varietà di kiwi. Per esaminare il presente e le prospettive della coltura dell’actinidia nella nostra provincia, in collaborazione con i Comuni di Bussolengo e Pescantina, organizzeremo un convegno con la partecipazione di esperti del settore a livello nazionale”.
Il convegno dal titolo “Quale futuro per il kiwi veronese? Varietà a confronto” si terrà venerdì 1° dicembre alle 20 all’Hotel Montresor Tower Bussolengo. Interverranno Guglielmo Costa dell’Università di Bologna con un intervento dal titolo “Evoluzione dello standard varietale dell’actinidia, cultivar e portinnesti oggi coltivati in Italia”, a seguire Giampaolo Dal Pane del Consorzio Dori Europe e di Dal Pane Vivai che tratterà “Il futuro del kiwi tra innovazione e rischi. Il progetto Dori”. Massimo Ceradini di Ceradini Group illustrerà “Il modello Jingold: coltivare kiwi giallo con un progetto collaudato”. Le conclusioni saranno del direttore tecnico di Agrintesa Ugo Palara. È previsto un intervento dell’Eurodeputato On. Paolo De Castro.
Porteranno un contributo anche il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini, il presidente di Confagricoltura Verona Alberto De Togni e il presidente di Cia Verona Andrea Lavagnoli.
“La caratteristica dell’agricoltura veronese, come nel caso dell’introduzione del kiwi – ha detto quest’ultimo – è stata quella di diversificare e innovare. L’introduzione della coltura del kiwi in nuovi areali, accompagnata da una costante ricerca applicata e dalla messa a punto di una competitiva logistica, ha, a fronte di un mancato rinnovamento, messo alle corde la coltura nella nostra provincia. Il convegno a cui aderiamo dovrà rispondere ad una domanda fondamentale: può esserci una nuova stagione per il kiwi, considerati i problemi di qualità di fitopatie e di mercato?”.
Per Alberto de Togni, presidente di Confagricoltura Verona, la crisi del kiwi, comune a tutta la frutticoltura, è causata dai prezzi corrisposti agli agricoltori che da anni non coprono i costi sostenuti per la produzione. È un momento difficile, anche perché non si vede grande disponibilità in merito a finanziamenti o incentivi per le filiere produttive, con l’aggravante dei danni provocati dai cambiamenti climatici.