Il giovane Kaiser Franz e sir Bobby Charlton. Ci sono foto che raccontano meglio di mille parole un’epoca e quello che ha rappresentato.
Questa foto è la finale ‘66, il Kauser “scappa”, sir Bobby lo insegue. Vincerà l’Inghilterra, che giocava in casa e (forse) fu pure favorita da quel gol di Hurst che ancora oggi è bello andare a rivedere. “Era dentro” dicono gli inglesi da 56 anni. E da 56 anni, i deutsch replicano. “No, era fuori”.
Non c’era il Var e neppure tanti replay, si andava “a occhio”, come a volte sarebbe meglio andare anche oggi. C’era un calcio diverso, probabilmente più lento, sicuramente più bello. Un calcio dove nascevano fuoriclasse dal volto umano, come sono Franz Beckenbauer e Bobby Charlton. C’era il gusto di aspettare i mondiali per vedere “da vicino” i campioni di cui si leggeva solo sui giornali.
Era tutto più semplice e più vero. Come lo sono questi due assi che inseguono un pallone marron, quello della nostra giovinezza. Aspettando i mondiali del Qatar, senza l’Italia, inevitabile avvertire un filo di nostalgia, per quel calcio (e quel pallone) che non ci sono più.