Aveva le mani sui fianchi, l’andatura ciondolante di sempre. Le maniche arrotolate, lo sguardo basso. “Questa la vinciamo noi”. Vicino a lui camminava Waltour, cioè Walter Franzot. “Oh, Zigo, bene no? ‘Sta Juve non sembra granchè…”. Primo tempo 0-0, a Torino non succedeva spesso. Zigo strizzò l’occhio all’amico. Stanno imboccando il tunnel degli spogliatoi. E’ l’ultima cosa che ricorda. “Sento una botta in testa, vado giù…poi ho ricordi confusi…”. Si scatena un mezzo finimondo. Gente che urla, i fischi del pubblico, “…e qualcuno che fa sparire la bottiglietta che m’aveva colpito” ricorda Zigogol. “Vidi un filmato, qualche giorno dopo. Si vedeva chiaramente una mano che prendeva la bottiglietta incriminata”. Arrivano il dottor Costa e il massaggiatore Tasson. Gli juventini urlano: “Dai, non fare la scena, alzati…”. Anche il Trap va vicino a Zigo e lo invita ad alzarsi. “Non sto in piedi, mi mettono sulla barella, mi portano negli spogliatoi”. Gli gira la testa, bianco come uno straccio. Zio Uccio Valcareggi gli va vicino: “Ce la fai?”. Zigogol è frastornato. Agitatissimo. In preda a una crisi nervosa. “Non posso giocare, non ce la faccio…”. Quando l’arbitro Serafino, romano, richiama le squadre, Zigoni è ancora sul lettino. Il Trap è furibondo: “Dai, Zigo, non hai niente…”. Zigo lo manda “affanculo, se avessi giocato ancora, l’avremmo vinta noi, quella volta”. Valcareggi chiama Maddè, “…Sergio, tocca a te”. Ma il clima è cambiato, il Verona gioca con la testa da un’altra parte, la Juve sfrutta la situazione con Bettega e Causio. Poi ci pensa Luppi a salvare l’onore. “Ma la vinciamo a tavolino”, pensa il Verona, che ovviamente presenta ricorso. “Tutta scena” ribattono alla Juve. “Se c’è giustizia, nonci possono essere dubbi” aggiunge Fiumi, il segretario dell’epoca. “Già, ma c’è giustizia quando c’è di mezzo la Juve?” osservano i pessimisti. La risposta arriva una settimana più tardi. “La Juve è assolta” titola L’Arena. “Assolta da Barbè, giudice di incrollabile fede juventina”. E Zigoni? “Verrà squalificato” assicurano i filobianconeri. “Macchè, assolvono anche me”, ridacchia Zigoni. “Questa è la prova che non avevo finto, altrimenti m’avrebbero squalificato. E’ il tipico “giallo all’italiana”. Un colpo al cerchio e uno alla botte. La Juve non è colpevole, ma è innocente anche Zigoni. Son passati più di quarant’anni, ma è come se fosse accaduto ieri. Allora, Zigo, ci vuoi raccontare la verità. L’idolo della gente di Verona, s’incazza ancora: “Fossi stato bene, avremmo vinto noi. La Juve passò perché non c’ero più io…”. Inguaribile Zigo. Il tempo passa e tu non passi mai…
Raffaele Tomelleri