Non è una sorpresa, non può esserlo. Ivan Juric, oggi, è forse il tecnico “italiano” più ammirato. Tra gli emergenti, ovvio. “Il Verona è una delle più belle realtà del campionato” dicono tutti. Vero. Squadra che gioca a memoria, un calcio spettacolare, aggressivo, coraggioso. “Sì, il Verona mi assomiglia” ha ammesso Juric, domenica dopo aver “spazzolato” alla grande anche il Lecce. “Il Verona è tosto, solido, prova sempre a giocarsela con tutti, come piace a me”. Nè basta qui, va detto, il riferimento a Gasperini e a un percorso che per un po’ li ha visti vicini. Juric è Juric, punto e basta. Braso Setti a crederci (Juric veniva dall’esonero di Genova), bravo lui a dimostrare tutto quello che prima di Verona gli era riuscito a sprazzi. E allora, dove sta il punto? Il fatto è che su Juric, com’è normale, ci sono gli occhi di almeno tre o quattro formazioni di serie A. Squadre che stanno vivendo una stagione travagliata, che hanno già cambiato (o potrebbero farlo…), ma, soprattutto, squadre che in prospettiva, vorrebbero comunque voltare pagina. Il Torino, ad esempio. Cairo comincia ad avere dubbi su Mazzarri. O il Napoli, dove De Laurentiis sta “studiando” Gattuso, con tutti i dubbi del caso. O la stessa Fiorentina, dove Iachini potrebbe avere un futuro, ma molto dipenderà dal finale di stagione. E pure il Milan, che Pioli sta cercando di rialzare. Juric piace molto. Ma piace molto anche a Setti. E lui è legato all’Hellas. Questo matrimonio s’ha da ri-fare…