Non producono vini in base ai terreni di cui dispongono, ma affittano terreni per produrre i vini che desiderano: ecco la filosofia aziendale di un progetto innovativo e unico nel suo genere. Forse questa frase è un indizio sufficiente per indovinare la cantina della settimana, i cui vini sono proposti nei ristoranti in alcuni dei ristoranti più esclusivi del panorama internazionale.
Il suo nome è Jako Wine e si tratta di una cantina che produce “vini diversi”, in grado di garantire “il buono nel bello”. A raccontarcela è Gianluca Berti, Ceo e Founder, di Jako Wine.
Il racconto della storia dell’azienda: quando è nata e per iniziativa di chi?
È nato tutto nel 2010 da un’idea mia e del mio collaboratore e amico Michele Ceradini. Siamo stati supportati sin dall’inizio dal nostro Brand Ambassador, Severino Barzan, ex proprietario della Bottega del Vino di Verona e New York, un uomo che non ha bisogno di presentazioni. Affittiamo terreni già vitati in base ai vini che vogliamo produrre, li rivoluzioniamo con i nostri enologi capitanati da Lorenzo Dionisi, il nostro agronomo Prof. Leonardo Valenti e tutto il team di Jako che collabora alla produzione di quelli che più che vini sono sogni.
Terreni diversi, per vini diversi, che però possono essere assaggiati presso la Cantina “madre” di Jako che si trova a Sommacampagna in Via Val di Sona, 7. Un paradiso dove poter passare qualche momento veramente diverso.
Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
La magia di mani esperte, che sono riuscite a dare un’anima fashion alla nostra produzione. Vini diversi, per intenditori ed amanti del buono.
Quali sono gli elementi che vi contraddistinguono?
Direi tanti. La cura nella produzione, la coerenza di abbinare un look fashion alle bottiglie ed a tutto quello che è il mondo Jako. Il buono nel bello! Trasportiamo, e siamo fra i pochi, tutti i vini a temperatura controllata, siamo maniacali nella conservazione dei nostri vini.
Qual è il vino che meglio rappresenta la vostra azienda?
Certamente i due vini top di gamma uno rosso Siresol, da Siresol frazione di Negrar (Vr), nel cuore della Valpolicella. Il nostro “Amarone” anche se lo abbiamo denominato IGT Verona, con Corvina, Croatina, Rondinella, Oseleta e Cabernet Franc per dare quelle sensazioni di bevilità che, a volte, molti Amarone non hanno. “Siresol” da ciliegia, in quanto i campi sono circondati da alberi di ciliegio. Questo vino è stato premiato con i principali Award mondiali, Oro Wine Hunter, Oro Mundus vini, 95 punti Decanter, 96 punti James Suckling, un vino di caratura mondiale nato dall’esperienza del nostro fuoriclasse Severino Barzan.
L’altro è un bianco di classe, “Campocasa”, un vino da invecchiamento, realizzato con un vigneto autoctono del Lazio, il Roscetto, un’uva antica e nobile di grandi acidità e sapidità. Un vino importante, che si posiziona a livelli alti sia a livello nazionale ed internazionale.
Quali sono le tre parole che descrivono la filosofia dell’azienda?
Qualità, esclusività, bevibilità, sempre su tutti i vini.
Cosa vi augurate per il futuro?
Stiamo crescendo. Ma lo facciamo aumentando sempre più la qualità. Cresciamo in Italia ma anche all’estero. Jako è già presente nei ristoranti più esclusivi di Miami, New York, Montreal, Londra, Ibiza, Barcellona, ecc. E così anche in locali prestigiosi nelle principali città italiane. Verona ne è un esempio: “L’Alcova del Frate” di Massimo Perna, un intenditore di vini, “Vittorio Emanuele” in piazza Bra, lo stellato e prestigioso “Le 4 Ciacole” del grande Marco Scandogliero, per arrivare alla regina del pesce l’“Ambrosia” della bravissima Moira.
Stefania Tessari