“lo Ius Soli, ancora frenato dal Senato, è un gesto di civiltà. Il gioco delle destre è sempre lo stesso: fare confusione, mescolando le carte in chiave demagogica. Anche in occasione della mozione che verrà discussa ( giovedì 23 novembre) in Consiglio comunale, ci teniamo a ribadire che la proposta di legge non è un “regalo” ma un atto doveroso di civiltà”. Lo sostengono Tommaso Ferrari, Chiara Banelli, Caterina Bortolaso, Pietro Corcioni e Beatrice Verzè di Verona Civica. “Tra Ius Soli e Ius Culturae”, dicono, “sarebbero 800 mila i beneficiari immediati. Ovvero quel 74% di minori stranieri in Italia che al momento vede ancora i propri diritti in balia dei calcoli elettorati di una politica debole capace solo di soffiare sulle paure delle persone a suon di slogan mendaci. Il testo originario, nel passaggio alla Camera, è stato modificato e, se avesse la fiducia dal Senato, introdurrebbe uno Ius Soli temperato, con paletti chiari sulla concessione della cittadinanza che non sarebbe certo distribuita in maniera indiscriminata, come qualcuno vuol far credere”. Di avviso diametralmente opposto i consiglieri e gli amministratori di Idea nei Comuni del Veneto: su iniziativa del coordinatore e consigliere regionale Stefano Casali, hanno presentato in tutti i consigli comunali una mozione affinché, in caso di discussione sullo Ius soli, non venga posto il voto di fiducia. L’iniziativa ha ricevuto il plauso ed il pieno appoggio da parte di Paolo Rossi e Marco Zandomeneghi, esponenti di Verona Domani. “Un’enorme speculazione sociale a fini elettorali sulla pelle di milioni di italiani, una forzatura che rischia di incoraggiare, generando false speranze, l’arrivo in massa di nuovi migranti attratti dall’idea di diventare cittadini europei”, hanno detto i due consiglieri comunali. “Come Verona Domani siamo pronti ad iniziative forti e a lanciare campagne che coinvolgano la cittadinanza contro quest’ennesimo atto di arroganza del Partito Democratico”.