Nel 2021 nessun Paese ha avuto una dinamica di crescita del Pil continua e intensa come l’Italia. Infatti, scindendo l’aumento medio annuo del Pil tra crescita ereditata dal 2020 (+2,5%) e crescita effettivamente realizzata nel 2021 (+3,9%), l’Italia guida la classifica dei principali Paesi avanzati per più forte espansione di questa seconda componente. Seguono Svezia (+3,6%), Stati Uniti (+3,5%), Francia (+2,9%), Corea del Sud (+2,8%), Spagna (+2,1%), Canada (+1,7%) e ultima, molto staccata, la Germania (+0,6%). In più, il 2021 ha portato in eredità al 2022 una crescita acquisita del Pil già del 2,4%: un tesoro assolutamente da non sprecare. Iniziare il nuovo anno con il Pil ben lanciato sin dal primo trimestre è fondamentale per centrare l’obiettivo di crescita annua del 4% nel 2022 che il governo italiano si è dato. Ma vi sono alcuni insidiosi ostacoli davanti a noi: 1) l’aumento del costo dell’energia che sta mettendo in grande difficoltà le imprese; 2) le incertezze legate al perdurare della variante Omicron che penalizza turismo e commercio; 3) i ritardi nelle forniture internazionali di componenti che impediscono alla nostra industria meccanica di consegnare parte dei macchinari e delle tecnologie alle imprese beneficiarie dei bonus fiscali del Piano transizione 4.0 entro la scadenza di legge fissata al 30 giugno 2022; 4) le strette del Governo sui bonus edilizi che stanno bloccando l’intero settore; 5) le difficoltà burocratiche e autorizzative che potrebbero ritardare l’attuazione del Pnrr. Perciò, per evitare che la robusta ripresa italiana del 2021 si sgonfi in questo inizio 2022 per motivi in gran parte indipendenti dalla nostra competitività, è fondamentale che il governo effettui in tempi rapidi alcune mosse: 1) Disinnescare almeno per un semestre la bomba legata ai rincari del gas che gravano sulle nostre imprese, sperando che nel frattempo le tensioni geopolitiche in atto si smorzino. 2) Sostenere il turismo, pilastro vitale della nostra economia che dopo il Covid-19 ripartirà sicuramente più forte di prima, 3) Prorogare i termini di consegna dei macchinari nell’ambito del Piano Transizione 4.0. 4) Sbloccare le cessioni multiple dei bonus in edilizia e lasciare finalmente liberi imprese e proprietari di immobili di programmare gli interventi senza timori di improvvisi stop, 5) Spendere subito nel primo trimestre, rispettando i tempi o addirittura anticipandoli laddove possibile, una significativa fetta degli investimenti programmati del Pnrr, anche per sostenere con l’intervento pubblico le attuali difficoltà contingenti dell’economia privata. Oltre a ciò, vi è poi un ulteriore intervento, di più lungo respiro, che è fondamentale per sostenere, oltre che la nostra crescita economica, anche il miglioramento della nostra posizione patrimoniale complessiva e sull’estero, grazie alla continuità dei surplus commerciali che in questi ultimi anni ci hanno trasformati da Paese debitore a Paese creditore verso il resto del mondo. Si tratta del supporto all’export e all’internazionalizzazione, mediante il finanziamento di piani per il nostro commercio estero e un efficace gioco di squadra tra i ministeri e i vari enti tradizionalmente coinvolti nel sostegno alle imprese esportatrici. In questo ambito si inseriscono attività di formazione di manager per l’export e il digitale, azioni di accompagnamento all’e-commerce, l’ampliamento della presenza italiana nei gruppi Gdo internazionali, il supporto alle principali manifestazioni fieristiche e promozionali internazionali in Italia e all’estero.
Marco Vantini, presidente Solori