“La scuola come vero motore educativo della città. Vogliamo che le politiche educative siano sempre più al centro dell’azione amministrativa perché questo significa investire sulla crescita e la formazione dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Significa dare loro strumenti e opportunità, ma anche intervenire e contrastare possibile forme di disagio. Penso ai fenomeni del bullismo e del gioco d’azzardo rispetto ai quali, come ad esempio fatto a Bergamo per la ludopatia, servono azioni mirate e condivise con le specifiche realtà del territorio”. Così la candidata Sindaco Orietta Salemi ha introdotto questa mattina alcune proposte sui temi delle politiche educative, della scuola e della formazione, accogliendo la proposta lanciata da Chiara Stella, insegnante e capolista della lista “Eppur si Muove”, e Giusi Messetti, docente universitaria dell’Università degli studi di Verona e candidata nella lista “Eppur si muove”, di sostituire l’Assessorato all’istruzione con quello alle Politiche educative. Un passaggio che va ben oltre il semplice cambio di nome. “Una buona amministrazione comincia dalla cura per la scuola – ha sottolineato Chiara Stella. Questo vuol dire innanzitutto essere consapevoli che un assessorato all’Istruzione, a partire dal suo nome, non può rispondere alla complessità delle sfide educative e culturali che oggi vengono richieste alla scuola. L’assessorato alle Politiche Educative deve prendersi a cuore, con azioni mirate, la formazione di una cittadinanza informata, empatica, partecipe e culturalmente motivata: questo fin dall’asilo nido e dalla scuola dell’infanzia che sono state modelli preziosi in passato. Solo così è possibile incidere sulle diseguaglianze di partenza che sono tornate a influenzare pesantemente il presente e il futuro dei più piccoli e delle giovani generazioni”. “Il cambio della denominazione dell’assessorato – ha aggiunto Giusi Messetti – vuole marcare un fondamentale cambio di passo per Verona nell’assunzione di un impegno forte da parte dell’amministrazione ad adeguare i propri interventi, sia normativi che di organizzazione dei servizi, verso una ‘città educante’ che promuova le opportunità di apprendimento creando reti stabili con tutte le risorse presenti sul territorio. Puntare alla realizzazione di una ‘città a cultura diffusa’ significa promuovere la fruizione del grande patrimonio culturale di Verona attraverso politiche che ne agevolino l’accessibilità; significa guardare all’Università come a una fondamentale risorsa per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo del territorio; significa innalzare il livello culturale di tutta la popolazione, offrendo molteplici occasioni di crescita”.