Una partita che sembrava non finisse mai. 24 giugno 2010. Sul Campo 18 di Wimbledon, dopo 11 ore e 5 minuti di gioco, si conclude un incontro da record. I due protagonisti, lo statunitense John Isner e il francese Nicolas Mahut, hanno appena dato vita al match professionistico più lungo della storia del tennis. Un match spalmato in tre giorni, iniziato con qualche centinaio di spettatori e terminato con un seguito di milioni di persone da tutto il mondo.
I due sfidanti ci mettono poco a catturare l’intera attenzione su di loro, tanto che in quelle 72 ore non si parla d’altro. Passa quasi in secondo piano perfino la Nazionale italiana di calcio, eliminata ai gironi nello sciagurato Mondiale in Sudafrica dopo aver perso la gara decisiva contro la Slovacchia.
Isner e Mahut partono alle 18:18 del 22 giugno, quando nessuno si sarebbe aspettato un epilogo del genere. Anche perché i primi due set trascorrono abbastanza velocemente, con un 6-4 a favore dell’americano e un 6-3 per il francese. Il terzo set è già più combattuto, con Mahut vittorioso per 7-6 al tie-break. Anche nel quarto set si arriva al tie-break, ma questa volta a spuntarla è Isner, che pareggia i conti. Nel frattempo sono arrivate le 21:03, e si opta per un primo rinvio data la troppa oscurità.
Il giorno dopo incomincia il quinto set, precisamente alle 14:07.Le ore passano, e il buio incombe nuovamente: l’incontro viene sospeso per la seconda volta alle 21:10. Dopo più di sette ore, con una parità di 59 a 59, manca ancora un verdetto. Una seconda giornata che ha sancito non solo il primato di match più lungo della storia del tennis, ma anche i record di numero di game giocati e tempo effettivo in campo, a cui si sommerà poi anche quello di numero di ace.
In tanti, tra gli addetti ai lavori e non solo, propongono di concedere ai tennisti l’onore di andare avanti a giocare sul Campo Centrale. La richiesta non viene però accolta dagli organizzatori, e quindi per il terzo giorno consecutivo si riprende sul 18, alle 15:42. Il 24 giugno è la data giusta: dopo i centesimi ace realizzati da Isner e Mahut, rispettivamente nei due game 60-59 e 62-62, siamo ormai agli sgoccioli. Al suo quinto match point, Isner riesce a trionfare su Mahut con il punteggio dell’ultimo set di 70-68.
Adesso, a Wimbledon, è stato introdotto sul 12-12 del quinto set il tie-break (decisivo nella finale del 2019 tra Djokovic e Federer). Proprio per questo, i record infranti da Isner e Mahut sono destinati a rimanere nella storia, come dimostra la targa celebrativa posta all’ingresso del campo. Tutti si ricorderanno di una partita che, in quei tre giorni, è come se avesse fermato il tempo.
Francesco Cazzola