Iscrizioni a scuola, è l’ora delle scelte E’ un momento critico per i ragazzi e le loro famiglie, ma anche per l’intera società

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Gennaio, tempo di scelte e di iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Momento critico per i ragazzi, le loro famiglie, ma anche per l’intera società, perché un giovane che oggi studia sarà domani un uomo con gli strumenti per affrontare al meglio la vita.
Il pensiero quindi, non può che andare a tutti coloro che non solo studenti non sono ma che non hanno nemmeno un obiettivo professionale, spesso perché non adeguatamente tutelati dal mondo adulto.
I NEET, Not (engaged) in Education, Employment or Training, sono proprio quella schiera di giovani che non studiano (compresi gli ELET, Early Leavers from Education and Training, coloro che hanno interrotto gli studi) non frequentano corsi di formazione e non lavorano. Il primo utilizzo dell’acronimo NEET risale al 1999, quando venne impiegato in un report della Social Exclusion Unit del Governo del Regno Unito che cercava di valutare l’efficacia dei processi di transizione scuola-lavoro.
Il fenomeno, della Neet Generation, appartiene all’Europa e riguarda i ragazzi tra i 15 e i 29 anni. Il dato italiano si attesta come il più alto dell’Unione Europea, ovvero ricopre il 23% con un numero stimato di NEET pari a 2.100.000 (Fonte lstat). Soprattutto in alcune regioni del Sud Italia, il fenomeno assume dimensioni importanti: in Sicilia, Calabria e Campania circa il 40% dei giovani si trova in questa condizione, come emerge da un recente rapporto Actionaid e Cgil analizzato da Skuola.net.
Intercettare i NEET per proporre loro una possibilità affine ai propri talenti: che sia un’offerta di lavoro per farli accedere al mondo dell’occupazione per la prima volta o rientrare, o che sia un corso di formazione per aggiornare e riqualificare le competenze sarebbe un obiettivo importante.
L’orientamento, in particolare, riveste un ruolo basilare non solo nel favorire una scelta consapevole del percorso scolastico e professionale di ciascun ragazzo, ma anche nel rappresentare un importante strumento di contrasto alla dispersione scolastica.
Fare orientamento significa mettere i ragazzi nella condizione di conoscere se stessi, comprendere le proprie potenzialità, passioni, talenti e aspirazioni, per operare una scelta che sia quanto più consapevole e opportuna.
Nelle Linee Guida Nazionali per l’orientamento si definisce che è un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale culturale ed economico di riferimento.
Inoltre, si sottolinea che per realizzare un efficace sistema integrato di orientamento è necessario interessare tutti gli attori che, a vario titolo, risultano coinvolti nel processo: le istituzioni, le Università, i centri di formazione professionale, il mondo del lavoro, l’associazionismo e il terzo settore, e soprattutto, le famiglie.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta