“Io sono Giorgia”, si intitola il libro che la leader di Fratelli d’Italia ha presentato ieri sera in una piazza San Zeno piena al limite del consentito. A menare le danze il giornalista Paolo Del Debbio. I due hanno infiammato il pubblico, tra cui quasi tutti i “big” regionali del partito, come se fossimo nell’imminenza delle elezioni. Non è così, ma terminata l’estate a Verona comincerà la campagna elettorale. Eccoci al punto. “Io sono Fede”, inteso come Federico Sboarina, che in queste ore è entrato ufficialmente in Fratelli d’Italia (in Comune al momento rimane in “Battiti”) e la mossa – anticipata qualche settimana fa dalla Cronaca – certifica l’intenzione del sindaco di farsi ricandidare alla guida della città. Capiamoci: non è scontato, e chi lo ha ritenuto tale in queste settimane o non era (e non è) a conoscenza delle discussioni ancora in corso nel centrodestra o non ha voluto riportare i fatti. È però molto probabile che il ritorno di Sboarina tra gli ex An dia un’accelerata importante. D’altronde a Verona Fdi ha la golden share, dato che già alle regionali dell’anno scorso si era imposta come primo partito. La Lega attualmente non avrebbe un candidato in grado di eccitare gli elettori. Forza Italia è spaccata a metà e comunque non ha percentuali sufficienti. Sboarina candidato di centrodestra isolerebbe del tutto Flavio Tosi, che a quel punto potrebbe contare solo sulla propria lista, forse su Coraggio Italia di Brugnaro e Toti, ma è molto difficile immaginare che il sindaco di Venezia e il governatore ligure corrano contro il centrodestra. La mossa di Sboarina avrà ripercussioni anche sul centrosinistra che se vuole puntare su un candidato “esterno” (Damiano Tommasi o Gian Paolo Trevisi) dovrà presentarlo alla città con mesi d’anticipo. L’alternativa, per il Pd, è quella di puntare su un candidato interno, seguendo lo schema classico. Ma di trionfi, con questo schema, il centrosinistra a Verona ne ha ottenuti ben pochi. Al.Gon.