Io sono Fede Il sindaco (come anticipato dalla Cronaca) entra nel partito di Giorgia Meloni, che a Verona alle regionali 2020 si era già imposto come il primo di centrodestra. Mossa del primo cittadino in vista della ricandidatura ‘22. L’ endorsement è parecchio forte

“Io sono Giorgia”, si intitola il libro che la leader di Fratelli d’Italia ha presentato ieri sera in una piazza San Zeno piena al limite del consentito. A menare le danze il giornalista Pa­o­lo Del Debbio. I due han­no infiammato il pubblico, tra cui quasi tutti i “big” regionali del partito, come se fossimo nell’imminenza dell­e elezioni. Non è così, ma terminata l’estate a Verona comincerà la campagna elettorale. Eccoci al punto. “Io sono Fede”, in­teso come Federico Sbo­arina, che in queste ore è entrato uf­ficialmente in Fra­telli d’Italia (in Comune al momento rimane in “Bat­titi”) e la mossa – anticipata qualche settimana fa dalla Cro­naca – certifica l’intenzione del sindaco di farsi ricandidare alla guida della città. Capiamoci: non è scontato, e chi lo ha ritenuto tale in queste settimane o non era (e non è) a conoscenza delle di­scussioni ancora in corso nel centrodestra o non ha voluto riportare i fatti. È pe­rò molto probabile che il ritorno di Sboarina tra gli ex An dia un’accelerata im­portante. D’altronde a Ve­rona Fdi ha la golden share, dato che già alle regionali dell’anno scorso si era imposta come primo partito. La Lega attualmente non avrebbe un candidato in grado di eccitare gli elettori. Forza Italia è spaccata a metà e co­munque non ha percentuali sufficienti. Sboarina candidato di centrodestra isolerebbe del tutto Flavio Tosi, che a quel punto po­trebbe contare solo sulla propria lista, forse su Co­raggio Italia di Brugnaro e Toti, ma è molto difficile immaginare che il sindaco di Venezia e il governatore ligure corrano contro il centrodestra. La mossa di Sboarina avrà ripercussioni anche sul centrosinistra che se vuole puntare su un candidato “esterno” (Da­miano Tommasi o Gian Paolo Trevisi) do­vrà presentarlo alla città con mesi d’anticipo. L’alternativa, per il Pd, è quella di puntare su un candidato interno, se­guen­do lo schema classico. Ma di trionfi, con questo schema, il centrosinistra a Verona ne ha ottenuti ben pochi. Al.Gon.