“Nel 2022 non mi candido a sindaco di Verona. Non lo sa nessuno, solo la mia compagna. Il mio periodo politico è finito nel 2017, me ne sono reso conto. Bisogna saper capire i momenti”.
Fabio Venturi, 40 anni, direttore generale della BluVolley Verona, dà l’annuncio alla Cronaca. Il suo nome circola da tempo. Prima si era parlato di lui come possibile successore di Tosi, di cui è stato l’uomo di riferimento per un decennio. Poi come l’erede di Sboarina. Ci sono stati abboccamenti e telefonate, col centrodestra ma non solo. Si parlava di una grande lista civica trasversale che racchiudesse la nouvelle vague politica cittadina.
Con la sua ‘Generazione Verona’ ha battuto a tappeto i quartieri. Alla fine ha deciso di fare un passo indietro.
Perché?
“Nel 2017 sentivo di avere un ottimo seguito e buone chance di vittoria. Il periodo di quarantena mi è servito per fermarmi e riflettere. Tra 15-20 anni vedremo, ma oggi è un capitolo chiuso. Tosi ha fatto scelte diverse, sappiamo com’è andata, e va bene così”.
Mica tanto: lei sembra ancora piuttosto arrabbiato…
“Mi è dispiaciuto soprattutto sotto il profilo umano. Dopo tutti gli anni di amicizia e leale collaborazione con Tosi sono stato l’ultimo a sapere che aveva deciso di candidare la Bisinella”.
Com’è andata?
“Alle 7 di mattina, era un giovedì, Tosi mi ha chiesto di vederci in un albergo di Verona Est. Mi ha detto che aveva deciso la notte prima. Sapevo che non era vero: aveva scelto già da settimane, non a caso dopo 48 ore ha ufficializzato la candidatura. Gli ho espresso le mie perplessità, gli ho detto che avremo perso, che la città non avrebbe capito la scelta di candidare la compagna. In questi giorni Flavio ha rilasciato un’intervista in cui afferma che l’unico suo errore è stato quello di aver aspettato troppo per presentarla alla città. E’ chiaro, ma non avevo bisogno di conferme, che mi ha preso in giro”.
Qualcuno maligna che lei non si sia speso così tanto in campagna elettorale…
“Talmente poco che mi sono perfino messo a servire le birre la sera dell’avvio ufficiale. Mi hanno emarginato, non mi facevano più partecipare alle riunioni. C’è chi addirittura mi ha fatto seguire: mi hanno addebitato certe foto, quando in realtà i diretti interessati sanno benissimo chi le ha scattate. Peraltro non avevo nemmeno più l’agenda di Flavio: non sapevo né cosa faceva né chi vedeva. Altri vicini a lui, invece, lo sapevano benissimo”.
A che foto si riferisce?
“Giacino, Bisinella, Giorlo…”.
A Tosi però lei deve molto. Grazie a lui è diventato presidente di Agsm.
“Certo, non l’ho mai negato, è un dato di fatto. Però io sono sempre stato corretto anche se il rapporto ormai era compromesso. E non si dica che volevo fare il sindaco a tutti i costi: non è vero. Avevo proposto altri 7 nomi”.
Sentiamo…
“Uno era quello del presidente della Fiera, Maurizio Danese. Non gli avevo mai chiesto se volesse candidarsi, sia chiaro. Però era un profilo di altissimo livello, ha dimostrato sul campo le sue qualità. Magari avrebbe rifiutato, ma secondo me valeva la pena fare un tentativo”.
Cosa sta succedendo in Agsm?
“Sboarina e Finocchiaro, all’inizio, propendevano per la proposta di A2A, poi hanno deciso di aprire a possibili nuove offerte, scelta che reputo corretta. Intanto però va fatta subito la fusione con la vicentina Aim: poi, in base alle offerte, si valuterà il terzo partner più utile. Al termine del mio mandato era tutto pronto. Croce ha deciso di mandare tutto a monte. Ha commesso un errore macroscopico”.
Agsm deve fondersi per forza: quali sono i vantaggi?
“Per essere competitivo nel settore dell’energia e del gas devi essere forte. Faccio solo un esempio: la maggior parte del gas viene comprato all’estero, dove comprare 10 o 100 cambia moltissimo in termini di risparmio. Inoltre si riescono a ottimizzare le risorse. Il mercato premia i grandi gruppi. Senza fusione, tra dieci anni Agsm non esisterà più: bisogna essere realisti”.
Quando riparte il volley?
“Non è tanto il quando, ma il come. Il campionato dovrebbe cominciare il 13 settembre. Il torneo è stato congelato il 7 marzo: c’è solo l’ipotesi di disputare la finale di Supercoppa in Arena. Il sindaco è andato a parlare col sovrintendente e se prima era un ‘no’ categorico ora c’è uno spiraglio. Il vero problema è che tra 10 giorni i giocatori dovrebbero ricominciare ad allenarsi e possono fare solo esercizi individuali, abbiamo i campi da beach volley ancora chiusi. Sembrava che le cose stessero tornando alla normalità. Poi il comitato tecnico-scientifico ha deciso di complicare nuovamente le cose”.
A cura di Alessandro Gonzato