“Io la penso così”. La tesi del dottor Spoletti, bolzanino, ma veronese da 20 anni Risiede a Cola’ il criminologo impegnato a cercare la verità sul delitto di Bolzano

“Vuole sapere cosa penso? Che non si tratta di allontanamento volontario e nemmeno di una disgrazia. Penso fermamente che si tratta di morte violenta”.
Chi parla è Gianni Spoletti, 60 anni, criminologo forense, nato a Bolzano, ma “veronese da vent’anni”, racconta. Abita a Colà di Lazise, ma ha (ovviamente) Bolzano nel cuore. “Beh, Bolzano è piccolo, ci si conosce tutti. Alla lontana, ma anch’io avevo conosciuto i due coniugi uccisi. E ho amici che li conoscevano benissimo”. A Bolzano ha vissuto, tra l’altro, grandissime stagioni sportive. “Hockey su ghiaccio, bellissima avventura. Eravamo uno squadrone”.Ha vinto 3 scudetti, ha giocato anche a Milano, nella squadra di Berlusconi, “…prima di cedere il passo alla professione”.
Spoletti è sul pezzo. “L’avv. Moccia, che difende Benno, il figlio della coppia, è un amico con cui collaboro su altri casi analoghi. Di sicuro, è un caso che farà parlare a lungo tutta Italia”.
C’è prudenza, nelle sue parole, “…perchè è giusto, in questi casi, non dare niente per scontato. Ad esempio, non possiamo pensare che Benno sia colpevole, anche se ci sono indizi che lo possono far pensare. E anche se il giudice ha convalidato l’arresto, ora serve molta cautela”.
Il criminologo di Colà, ha studiato il caso. Lo sente “suo”. “Vede – riprende – oggi le ricerche dei corpi sono localizzate soprattutto sull’Adige. Certo, è la soluzione più probabile, ma la domanda che è giusto porsi è questa: dopo un mese, qualcosa dei corpi, che so, anche brandelli di vestiti, dovrebbero essere riaffiorati”.
Pensieri a voce alta: “E poi, la diga di Mori ferma tutto, lì, se i corpi ci sono, non possono scappare. Però, l’assassino potrebbe anche averli zavorrati e questo complicherebbe molto il lavoro e la ricerca”.
Così, tra le varie ipotesi, Spoletti ne avanza un’altra: “Sì, io credo che si possa anche considerare l’ipotesi che i corpi non siano lì nell’Adige. Perchè l’assassino non può averli scaricati in altri luoghi? Come criminologo, in questi casi, bisogna ragionare fuori dagli schemi e considerare altre ipotesi”.
Nel frattempo, il dottor Spoletti passa da una trasmissione all’altra, “…perchè il caso sta appassionando l’Italia e davvero la soluzione sembra ancora lontana. Soprattutto se i corpi non vengono ritrovati”.
Fa un paragone con un caso che a Verona è impossibile scordare. “Ricordate Pietro Maso? Aveva ucciso i genitori, ma lì, dopo un po’, aveva confessato, era tutto chiaro, l’aveva fatto per l’eredità. Qui, non ci sono i corpi e non c’è la confessione. E su Benno, per ora, ci sono solo ipotesi. Certo, s’è avvalso della facoltà di non rispondere, ma queste sono anche strategie difensive… In questi casi, sposare una tesi, può essere sbagliato. E’ giusto tenere aperte tutte le strade”.
Dove porteranno?