“Io bevo birra per dimenticare Michela” Tommaso e Nico, un’avventura (quasi) per caso, di fronte alla “trattoria dei polameti”

Al Birrificio Agricolo Custoza 1866, la domanda nasce spontanea: “No, non abbiamo così tanti anni. Il nome rende omaggio a un territorio splendido come il nostro, citando l’anno della famosa battaglia”.
Sorride Tommaso Posenato, appena 27 anni per il giovane birraio, con le idee chiare e una perspicace intraprendenza. Lo raggiungiamo nella magnifica corte che ospita il birrificio, una volta superata la tranquilla campagna che anticipa il centro di Custoza, proprio di fronte alla “trattoria dei polameti”, altra istituzione in zona. La sua è una nuova società stipulata assieme alla famiglia Bresaola, in compagnia del braccio destro Filippo, figlio di Nico, “el paron” che supervisiona l’operato dei ragazzi. Nata in un momento disgraziato come quel marzo 2020: “Pensa, bloccati subito dal lockdown e senza l’autorizzazione delle dogane: tutte le mattine mi recavo da loro e, forse sfiniti dalla mia insistenza, mi hanno mandato il permesso di iniziare. Credo di essere uno dei pochi ad averlo ottenuto via mail”.

Tommaso, da dove nasce la tua passione?
In realtà ho cominciato a produrre birra in casa per non pensare a Michela, una ragazza di cui ero innamorato perso e che il 28 settembre di tanti anni fa, mi lasciò. Questa è una data che mi rincorre, e senza volerlo nel 2020 è il stato anche il giorno della festa d’inaugurazione.

Nel mezzo cos’è successo?
Sono andato a Treviso per imparare da Ivan Borsato, titolare del birrificio Casa Veccia, perché il suo modo festaiolo, ma mirato ad una clientela ricercata, rispecchiava il mio pensiero. Dopo due anni, volevo tornare per aprire il mio progetto, mi mancava solo il posto, che trovai un po’ per caso.

Ossia?
Me lo segnalò Mattia del birrificio Monte Baldo. Questo era un birrificio in disuso, trovai un accordo iniziale con la famiglia Bresaola per partire, e ora con il loro figlio Filippo siamo soci: lui si occupa della produzione d’orzo, che coltiviamo noi direttamente, e io resto qui in birrificio a fare il resto.

E le birre?
Ne abbiamo 4: la Ciacola e la Paciarina, una kölsch e una weizen fatte con luppoli tedeschi. La Medibati, una bitter con luppoli della Val D’Alpone e la Baìla, una ipa con luppoli americani. Tutte con nomi dialettali, vista la nostra vocazione agricola e il forte legame col territorio.

E a questa Michela, pensi ancora?
In realtà le ho dedicato la “28 settembre”, la nostra birra di Natale. Diciamo di no, anche se pochi giorni fa era il suo compleanno…

QUESTA VE LA CONSIGLIO… Medibati, birra da pub inglese

Tommaso, raccontacela.
E’ una birra ad alta fermentazione, una bitter, fatta con luppoli della Val d’Alpone: una birra da pub inglese, a bassa gradazione alcolica visti i 4,5 gradi, che va servita ad una temperatura tra i 10-12 C*.
La scelta del nome?
Sta per mietitrebbia in dialetto, visto che è una birra al 100% veronese.
Cibi da abbinarci?
Viste le note agrumate e un gusto tostato, carni rosse, formaggi stagionati e piccanti.
Prezzi?
La bottiglia da 0,33 viene 5€, il cartone da 8 a 35€. Quella da 0,75, 9€, il cartone da 6, 48€.