a cura di Raffaele Tomelleri
Il primo pensiero per l’ultimo dispetto del destino. “Stefano non doveva andarsene così. Ma questa è la vita e tocca a noi andare avanti, anche per lui. Per ricordarlo. Per quello che è stato, per quello che avrebbe voluto fare. C’era anche lui nel patto dei cinque…
Quale patto?
“Agosto 2013, nella taverna di casa mia. Io, Stefano, Polato, Montagna e Padovani. Stava nascendo “Battiti”, eravamo noi soli, ma avevamo idee chiare, anche se non sapevamo dove saremmo arrivati. Firmammo tutti e cinque su un foglio, ce l’ho ancora da qualche parte. Chi poteva pensare che poi sarebbe accaduto quel che è accaduto”.
Resiste ancora quel patto? I suoi nemici dicono che non c’è più maggioranza…
“Ah, se è per quello, ne dicono di cose… Il patto resiste, questo è sicuro. E quanto alla maggioranza, stiano tranquilli, c’è, va avanti, la strada è lunga e la vogliamo percorrere fino in fondo…”
Qualche scaramuccia ogni tanto, però…
“Beh, discutono al Governo e sono in due partiti, non dovremmo farlo noi, che siamo in cinque gruppi? E’ normale farlo, anzi, magari ci aiuta pure a crescere. E’ chiaro che si possono avere idee diverse, basta sapersi confrontare, senza preconcetti, nell’ottica di scegliere le cose migliori per Verona. Come abbiamo sempre cercato di fare”.
Com’è il dopo Covid?
“E’ dura, questo è sicuro. Ma da fuori è difficile capire quanto. Uno vede la città che si rianima, il traffico, i bar che si riempiono, ti sembra tutto normale e invece normale non può essere. Si è fermato il mondo, in questi mesi, non può essere tutto come prima. Chissà quanto ci vorrà, per tornare a dove eravamo…”.
Al di là del discorso sanitario, c’è un impatto sociale, economico… “Già, questo sarà un problema che avvertiremo probabilmente più avanti, in autunno. Le conseguenze vere, le vedremo là. Oggi c’è magari l’entusiasmo di chi riparte, la voglidi riprovarci, ma quanti poi riusciranno davvero a resistere?”
Detto questo…
“Detto questo, so che ci aspettano due anni tosti, ma abbiamo le idee chiare e il coraggio di portarle avanti. Stiano tranquilli quelli che ipotizzano elezioni anticipate e che parlano di “andamento lento”…”
Che fa, ce l’ha con Tosi?
“Macchè. Ho letto quello che ha detto, ognuno è libero di pensarla come crede, ci mancherebbe. Tosi non è un problema, nel modo più assoluto. Come non è una novità che si voglia ricandidare. Del resto, la farei io una domanda a un cittadino…”
Prego…
“Che cosa è rimasto di dieci anni di Tosi? E attenzione, dico 10 anni, due mandati. Se qualcuno mi vuole rispondere, sono qua. Per questo, non capisco come si possano dire delle cose dopo soli 3 anni. Chi ha amministrato sa che 3 anni sono niente, per i tempi amministrativi. Anzi, viene voglia a me di rispondere, da cittadino…”
Dica…
“Non è rimasto niente, dei dieci anni di Tosi. E noi siamo ancora qui a fare i conti con l’eredità che ci è rimasta. Facciamo presto a fare un bilancio. L’aeroporto “svenduto”, lo stadio di cui si parlava da anni mai neanche preso in mano, il traforo, il filobus nelle condizioni in cui era, la Fondazione Arena commissionata e sull’orlo del crollo, l’Agsm mai stata così fragile. Vado avanti? Ah, ecco, dimenticavo: sono rimasti i centri commerciali e poi la vicenda giudiziaria di Giacino…”
“Io, innamorato pazzo di Verona…”
Forse esagera…
“No, è quello che penso e quello che tutti possono verificare. Così come ci ha lasciato una macchina comunale…senza benzina. Senza aver provveduto, né tantomeno pensato, al ricambio dei dirigenti, altro argomento fondamentale. Perché poi i programmi, i progetti, vanno avanti se la macchina è nelle condizioni di agire. Ma se devi pensare ai concorsi, al rinnovo, eccetera, diventa molto più complicato”
Lo stadio è ancora una priorità?
“Sì, lo è. E’ stata dichiarata la pubblica utilità, c’è un progetto che va avanti, sottolineo qui che, nonostante qualche idea diversa, abbiamo votato all’unanimità, la pubblica utilità, giusto per tornare al discorso di prima. Era dal ’63, da quando l’avevano costruito, che non si andava così avanti…”
Sull’Agsm, non c’è grande convergenza di idee…
“Su Agsm, la situazione è chiara. C’è questa ipotesi di aggregazione, indispensabile per la vita dell’ente, sulla quale si sta lavorando. Attendiamo proposte, 2A o altro, sarà la politica a decidere. Ma, piaccia o non piaccia, questa è l’unica strada, visto com’era ridotta…”
Tosi ha parlato anche dell’Arsenale…
“L’Arsenale non è fermo. A luglio partiranno i lavori, per la prima volta la gente non vedrà i pezzi cadere, ma vedrà cantieri e operai. Sa, io credo di avere un difetto…
Quale?
“Parlo poco e lavoro molto. Io e tutti gli altri che sono con me, tutta la maggioranza. Altri hanno sempre preferito parlare molto, ma poi, stringi stringi… Comunque, se vuole, vado avanti, ne ho ancora…
Fondazione Arena, altro tasto dolente…
“Era commissionata, lo ricordo, quando siamo arrivati noi. Oggi paghiamo anche quello che è accaduto in questi mesi, una stagione saltata, con tutto quello che ne consegue. Ma nonostante questo, abbiamo allestito un programma, che porterà Verona in tutta Italia. E che il 9 settembre vedrà molti tra i più grandi artisti italiani esibirsi in Arena. Sarà uno spettacolo straordinario. C’è stata la corsa per venire a cantare in Arena…
Un Festivalbar senza pubblico…
“Sarà ancora più bello… E poi, il cartellone dell’estate. E la certezza che il 2021 sarà aperto da Riccardo Muti. Questi sono fatti, non parole. Nonostante tutte le difficoltà, un bilancio che non è certo quello che avevamo previsto. Un bilancio costruito su 15 mila presenze serali, non sulle 3 mila, giusto per essere precisi”.
Senta, Sindaco, che cosa la preoccupa?
“Il dopo Covid, questo sì. Perchè le macerie ci sono e non sarà facile eliminarle. Per il resto, non ho timori particolari, non penso al secondo mandato, ho una sola cosa in testa”.
Cioè?
“Fare il bene della mia città, di cui sono follemente innamorato. Io penso 24 ore su 24 a quello che è fattibile per migliorare la città, non per conquistare consensi, non per il secondo mandato. Quello, semmai, può essere una conseguenza. Ma non m’interessa il consenso per il consenso, come invece è per altri”.
Si dice, a volte, servirebbe una cabina di regia, per ripensare la Verona dei prossimi anni…
“E io dico che c’è già una cabina di regia e penso alla Carta dei Valori. A quello che significa. E’ un tavolo attorno al quale sono seduti tutti gli uomini e le istituzioni che governano la città. Non solo il sindaco, la Camera di Commercio, ci sono tutti. Non era mai successo, può essere davvero il tavolo attorno al quale “giocare di squadra”. Non per il proprio interesse, ma per quello di Verona. Perchè tra di noi c’è stima, partecipazione, parliamo la stessa lingua, abbiamo gli stessi obiettivi. Per questo io ci credo”.
Si rimprovera qualcosa?
“Io sono abituato a non essere mai del tutto contento, ma ero così anche all’Università. Fatto un esame, pensavo subito a quello dopo. Sono abituato a non fermarmi mai, a pensare a come avrei potuto far meglio. Però, una cosa è sicura. Quando vado a letto alla sera, ho la coscienza tranquilla. Anche se penso sempre agli esami che mi aspettano il giorno dopo”.