Dalle applicazioni di intelligenza artificiale legata ai Large Language Models alla realtà virtuale, aumentata e mista. Oltre 90 partecipanti, in rappresentanza di imprese, enti di ricerca e università, si sono riuniti all’Innovation Ecosystem Day organizzato in Villa Quaranta ad Ospedaletto da SMACT Competence Center. Un appuntamento riservato ai partner di SMACT, un ecosistema in crescita che crea valore nella transizione digitale, ma anche un’occasione per fare il punto sulle attività del Competence Center e sulle evoluzioni future, e soprattutto per scambiarsi idee attorno a due tavole rotonde, moderate da Blum, incentrate su focus tematici e ad altri tavoli e attività di networking curate da Tipic.
«È stato davvero un piacere poter vedere riuniti i soci e i partner SMACT in questo evento, giunto ormai alla quarta edizione», ha detto il presidente di SMACT, Massimo Guglielmi. «In momenti come questi, il valore del networking e del fare sistema è davvero percepibile e racconta del lavoro fatto in questi anni da SMACT. Essere parte di un ecosistema significa poter accedere a competenze, esperienze e asset che permettono a ciascuno di crescere, condividendo a sua volta valore. E il nostro ecosistema sta crescendo: con 24 nuovi ingressi nel 2023 siamo ora ad un totale di 87 realtà aderenti. Puntiamo a ritrovarci il prossimo anno con un numero di partner superiore ai cento».
«È stata l’occasione per ritrovarsi con soci e partner dell’ecosistema SMACT», ha spiegato il direttore generale di SMACT Matteo Faggin, «per aggiornarsi sugli ultimi trend nell’innovazione digitale delle imprese e fare il punto sulle opportunità del PNRR che vedono SMACT come soggetto attuatore in grado di cofinanziare i progetti di innovazione e formazione delle imprese. Nell’ultimo bando IRISS abbiamo messo a disposizione 5 milioni di euro a fronte di richieste per 15 milioni a sostegno di 76 progetti. Un nuovo bando, con ulteriori fondi a disposizione, sarà pubblicato nelle prossime settimane».
Il tavolo di lavoro dedicato a intelligenza artificiale e LLM (Large Language Model) ha visto la partecipazione di Elisa Ricci, docente del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento e Head of Research Unit sul Deep Visual Learning alla Fondazione Bruno Kessler. Un LLM è un algoritmo Deep learning capace di riconoscere contenuti, generarli, riassumerli, tradurli e persino prevederli. Per farlo ha bisogno di big data, cioè grandi set di dati. La docente ha esposto due casi d’uso: uno relativo alla social robotics e a modelli per la embodied AI, con uno studio che punta a capire lo stato emotivo di robot semi-autonomi capaci di interagire e comunicare con gli esseri umani.
Il secondo tavolo di lavoro era dedicato a XR, VR e AR. Andrea Giachetti, docente del Dipartimento di Ingegneria per l’Innovazione dell’Università di Verona, ha esposto i risultati del gruppo di studio Intelligo Labs, che si occupa di lavorare sull’interazione e di migliorare la qualità, la manipolazione degli oggetti (interfaccia gestuali) e la navigazione in ambienti virtuali.