Esperti, docenti ma anche ex studenti e attuali alunni del dipartimento di Informatica si sono riuniti nella sede di Ca’ Vignal (Strada le Grazie) per ripercorrere insieme le evoluzioni di questi tre decenni e confrontarsi sui grandi temi di attualità del mondo dell’innovazione. Sette le voci autorevoli guidate da Maurizio Melis, giornalista di Radio24 e divulgatore di scienza e tecnologia. Presenti all’evento Diego Begalli, prorettore dell’’università di Verona, Alessandro Mazzucco, presidente Fondazione Cariverona, Filippo Manfredi, direttore generale Fondazione Cariverona, Marta Ugolini, assessora alla Cultura del Comune di Verona. In sala anche Ruggero Ferro, già preside della ex facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali all’avvio del corso di laurea in Informatica. Ad aprire i lavori Gastone Garziera, testimone e fonte storica di uno dei più ambiziosi progetti informatici del secolo scorso, la Olivetti Programma 101 considerato il primo personal computer della storia: “Gli step evolutivi sono stati così tanti e continui da configurare una crescita esponenziale – ha sottolineato nel suo intervento – Sarà necessario monitorare lo sviluppo di nuove tecnologie per realizzare funzionalità prima impossibili: con una crescita in continua accelerazione ci stiamo avvicinando al futuro”. L’informatica è una scienza che continua a cambiare, modificando anche sé stessa nell’approccio scientifico di studio e ricerca, come ha spiegato Roberto Giacobazzi, membro del prestigioso dipartimento di Computer Science all’Università di Tucson, in Arizona. “Lo sviluppo delle tecnologie legate all’AI, in particolare i Large Language Models, rappresentano una enorme opportunità e un cambio di paradigma anche per l’informatica tradizionale legata allo sviluppo del software. La generazione automatica di programmi è, infatti, oggi una realtà. Questi sistemi generano tuttavia codice “quasi corretto”, e tutti sappiamo quanto poco abbia senso un programma “quasi corretto”, ovvero che contiene errori. Sarà compito degli informatici comprendere il codice generato dalla macchina, saperlo corregge e trasformare in modo che questo diventi effettivamente utile e funzionante. La programmazione sarà quindi sempre più una attività interattiva tra umano e macchina, dove la macchina e l’umano avranno entrambi un ruolo attivo e complementare”, ha dichiarato Giacobazzi. “L’intelligenza artificiale (AI) è diventata un aspetto cruciale della nostra vita sia a livello sociale che professionale; il limite è solo la creatività umana: con il giusto controllo i benefici saranno di gran lunga maggiori dei pericoli”. Sono le parole di Vittorio Murino, docente di Informatica in ateneo, di concerto con Alessandro Farinelli, direttore del dipartimento che ha approfondito la relazione tra sistemi di intelligenza artificiale ed essere umano: “La comunità scientifica sta affrontando una nuova grande sfida, quella dell’Intelligenza Artificiale Cooperativa, ovvero una robotica intelligente che lavori insieme alle persone garantendo un’interazione sicura ed affidabile. Il nostro dipartimento sta accompagnando gli studenti in questa direzione”.
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