La premessa è obbligata, certo. Può essere che Insigne, Immobile e Jorginho avessero problemi di famiglia che chiedevano la loro presenza. In questo caso, bastava dirlo, avrebbero evitato critiche e insinuazioni.
Se non è così, hanno sbagliato, punto. Perchè il loro gesto, lasciare il ritiro della Nazionale, dopo il ko con la Macedonia (loro in campo) e alla vigilia dell’inutile sfida alla Turchia (loro in tribuna) equivale a un’altra sconfitta. Senza attenuanti.
Avrebbero dovuto prendere esempio da Bonucci, che in Turchia non giocherà, ma che è rimasto in gruppo. Fino all’ultimo. Perchè questo è senso di appartenenza. Condivisione di valori. Passione. Soprattutto dopo essere stati (loro malgrado, sia chiaro…) tra i protagonisti meno apprezzati del flop di Palermo.
Lasciare il ritiro sa di fuga, “scusate, ma noi abbiamo altro da fare”, come se la Nazionale fosse già un capitolo chiuso, ora e sempre. No, non è stato un bell’esempio. Se dobbiamo ripartire da sentimenti e valori, questa è stata una straordinaria occasione buttata via…
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