I giocatori dell’FC Clivense devolvono il ricavato dell’asta “interna” per l’assegnazione dei numeri delle maglie della Stagione 2023/2024 al Mangiabottoni di Verona, progetto di ristorazione con finalità di inclusione sociale nato nel 2018 e gestito dalla Cooperativa A.I.A.S., Associazione Italiana Assistenza Spastici, e in cui lavorano 25 ragazzi con diverse disabilità. L’importo – pari a circa 2000 € – è stato consegnato lo scorso 19 ottobre in occasione di una “cena sociale” proprio al Mangiabottoni, presenti, accanto al direttore del Mangiabottoni, Massimiliano Bergamaschi e al suo team di ragazzi, tutti i giocatori dell’FC Clivense, il presidente Sergio Pellissier, mister Allegretti, il vicepresidente Enzo Zanin, lo staff tecnico e i main sponsor della squadra. Un’iniziativa partita dai giocatori, un legame nato e cresciuto in questi ultimi mesi, grazie ad una convenzione nata tra le due realtà ma anche da due iniziative spontanee nate dai giocatori. L’INCONTRO CON CLIVENSE – Già dalle scorse stagioni alcuni ragazzi della prima squadra si recavano a mangiare all’osteria, fino all’incontro di qualche settimana fa con Giorgio, uno dei ragazzi speciali del Mangiabottoni che lavora al ristorante come cameriere. I giocatori della Clivense, di loro iniziativa, per i suoi 25 anni gli hanno portato una loro maglietta come regalo di compleanno. Ma non è finita qui. “Abbiamo subito colto l’opportunità di fare qualche cosa di concreto per questo progetto – spiega Federico Tobanelli, uno dei veterani della Clivense -, ci siamo trovati tutti insieme a cena una sera e abbiamo organizzato un’asta per scegliere i numeri personalizzati delle nostre maglie da gara. Quando si fa del bene non si può che essere tutti d’accordo, tanto più sapendo che ci sono ragazzi che lavorano sempre con il sorriso, nonostante alcune difficoltà”. “È stato un gesto bellissimo – conclude Emanuele Germignasi, presidente del Mangiabottoni – per il progetto ma soprattutto per i ragazzi. Quando dite, dietro una maglia c’è di più, significa questo: per i ragazzi ricevere una maglia o l’autografo sulla bandiera è un segno di appartenenza ed inclusione a tutto campo. Il contributo servirà a favorire attività esterne comunitarie, magari una vacanza tutti insieme, ma anche per nuove attrezzature per l’osteria”. PERCHÉ MANGIABOTTONI? DA UN VOLTO, IL PROGETTO SOCIALE – “Il Mangiabottoni non era un ragazzo come gli altri, era uno di quelli che non vuole nessuno, che restano invisibili per tutta la vita. È stato lui ad ispirare la nostra storia mentre, con gusto, mangiava i bottoni di una camicia”. Non c’è nulla di meglio di queste parole riportate in calce al menù cartaceo del Mangiabottoni per comprendere identità e prospettiva del progetto coordinato dal presidente Emanuele Germignasi. “Sono arrivato dieci anni fa. Mi sono laureato in economia, volevo fare l’imprenditore creando un ostello all’estero. Al primo giorno del suo stage uno dei ragazzi mi ha mangiato tutti i bottoni della camicia. Si chiamava Fabio, purtroppo oggi non c’è più: per questo abbiamo dedicato a lui l’Osteria Mangiabottoni”. Un luogo dall’anima sociale, un locale contemporaneo, uno staff unico e dinamico in cui viene servito il meglio della cucina veronese, veneta e italiana con materie prime locali di alta qualità. Qui, ogni barriera fisica e culturale tra abilità e disabilità nel lavoro è abbattuta: i ragazzi con disabilità sono coadiuvati da operatori professionali che li coinvolgono nelle attività di accoglienza, servizio bar e di sala, pulizia, organizzazione di eventi socio-culturali e di promozione del territorio.