L’ateneo di Verona si prepara a dare vita, nei prossimi mesi, al centro per il trasferimento tecnologico che coordinerà le relazioni con le aziende. Ed è in questo contesto, una struttura interna all’ateneo stesso, che verrà siglato un accordo tra Università e Ordine degli Ingegneri. Il connubio tra le due parti, infatti, si fa sempre più stringente, come emerso nel focus che, è seguito all’annuale assemblea dell’Ordine nella sede di via Santa Teresa. Proprio accanto alla sede si trovano sia il laboratorio Ice dell’ateneo, dove è allo studio una catena di produzione in miniatura altamente “intelligente”, che altre dimostrazioni lab come la fabbrica del vino. A breve nascerà un ulteriore laboratorio dedicato alla logistica. “Viviamo un legame biunivoco che punta sempre a migliore rendimento ed efficienza”, – ha detto il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, Matteo Limoni. “Aspettiamo i futuri iscritti provenienti dall’Università per diffondere la cultura ingegneristica in nuovi ambiti, tra cui l’informatica e l’automazione. D’altro canto i futuri iscritti potranno offrire spunti all’Università per aggiornare i piani di studio a seconda delle loro esigenze da professionisti nel mondo del lavoro”. Per Paolo Fiorini del Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione la nostra città è sempre più forte nel mondo biomedicale. “La laurea per ingegneri in sistemi medicali partita due anni fa ha riscosso grande successo. Pensavamo di avere 40 studenti iscritti, invece ne sono arrivati 250 il primo anno e 270 il secondo”. Dal canto suo il professore del Dipartimento di Ingegneria per la Medicina di Innovazione, Franco Fummi ha ricordato che l’accordo con l’Ordine degli Ingegneri consentirà agli iscritti di partecipare a corsi, realizzare insieme attività per il territorio e indirizzare la ricerca. David Bolzonella del Dipartimento di Biotecnologie ha presentato le linee di ricerca legate a due delle tematiche fondamentali di ingegneria ambientale, ossia il trattamento dei reflui di qualsiasi origine, e la valorizzazione del rifiuto organico. “Sono tematiche di progettualità finanziate dall UE Stato o Regione e sviluppate con competenze proprie, per garantire aiuto ad aziende e professionisti del settore”, dice, annunciando buone speranza per la trasformazione del termovalorizzatore di Ca’ del Bue in un impianto di digestione anaerobica del cosiddetto “umido”. “Quello che parte dalla ricerca diventa affiancamento, come per il sistema di depurazione della sponda bresciana del Garda, e, prima o poi, soluzione concreta”.
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