Due parole d’ordine, «pianificare» e «prevenire». Che si traducono in azioni concrete come l’elaborazione dei Piani di emergenza comunale o i protocolli d’intervento. Il tutto per salvaguardare i territori e prepararli a gestire al meglio le emergenze, specie quelle connesse a quel cambiamento climatico che genera eventi e calamità naturali sempre più frequenti ed estreme. Se n’è parlato durante il convegno organizzato oggi in Gran Guardia dall’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia e dalla Commissione Supporto alla Protezione Civile: «Pianificazione, prevenzione e gestione delle emergenze — Buone pratiche e casi significativi di Protezione Civile sul territorio veronese», questo il titolo dell’appuntamento. Un incontro che ha riunito esperti per discutere di potenzialità e modelli di prevenzione dei rischi attraverso interventi mirati, sottolineando il ruolo di colonna portante della Protezione Civile per la sicurezza collettiva e ponendo l’attenzione su casistiche di interventi effettuati nell’ultimo decennio a Verona e non solo. I rappresentanti della Commissione Supporto alla Protezione civile, Francesco Isalberti e Alessandro Dai Prè, hanno ricordato che la commissione stessa, ricostituitasi l’anno scorso, vuole «incarnare e diffondere l’idea che l’Ordine possa essere un costante punto di riferimento e supporto tecnico per le istituzioni, chiamate ad affrontare il tema delle emergenze non soltanto nei momenti di crisi: se i Comuni adottano piani efficaci per la sicurezza del territorio, specie in tempi di cambiamenti climatici, il costo della cultura della sicurezza per territori e comunità diventa davvero sostenibile». «La prevenzione è la chiave per garantire la sicurezza e preservare il nostro ambiente e le comunità che vi risiedono», evidenzia il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Matteo Limoni che aggiunge «il territorio è sempre più vulnerabile a causa dei cambiamenti climatici e della mancanza di adeguate misure contro gli incendi e i terremoti». Va ricordato che nel 2024 gli interventi della Protezione Civile tra Verona e fuori provincia, tra gli altri, hanno riguardato otto ricerche di persone disperse, casistica peraltro in aumento, quindi quattro episodi di sversamento di idrocarburi, un disinnesco di ordigni bellici e nove emergenze per eventi meteorici avversi: in quest’ultimo caso, gli ultimi anni registrano una crescita della magnitudo di fenomeni come bombe d’acqua, grandinate, venti forti, eccessive nevicate ed eccessiva siccità. Tra le nuove emergenze non convenzionali, poi, ci sono l’inquinamento di acquedotti e black-out elettrici. Al centro della riflessione di Alberto Piva, direttore dell’area tecnica del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, c’è stata la «Prevenzione e difesa idraulica nel comprensorio del Consorzio». «Il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta – ha spiegato Piva – assicura una gestione integrata e tempestiva delle emergenze, grazie a un sistema di vigilanza costante sul territorio e a un servizio di reperibilità H24 garantito dal personale tecnico e operativo». Piva ha aggiunto che nel 2024 sono stati stanziati 1,2 milioni di euro per fronteggiare eventi meteorologici straordinari, destinati a interventi urgenti per limitare i danni alle infrastrutture idrauliche compromesse.