Era lo scorso 22 settembre quando il Comune di Verona, dopo aver approvato l’apposito regolamento, dava il via libera alla circolazione in città di monopattini e segway. Che si trattasse di una sperimentazione i nostri amministratori l’avevano sottolineato in lungo e in largo. Giusto così: provvedimenti di questo tipo vanno testati, se serve modificati e in caso di esito negativo ritirati, o quantomeno sospesi per avere il tempo di apportare i necessari aggiustamenti. Milano, lo ripetiamo da tempo, dopo aver riscontrato parecchie criticità nella gestione dei monopattini li ha ritirati per alcuni mesi, ha modificato il regolamento che ne consente la circolazione, ha installato appositi parcheggi, e a dicembre rimetterà in strada i mezzi. Oggi, a Verona, dopo più di un mese dall’avvio della sperimentazione e alla vigilia del vertice in cui il comandante dei vigili Luigi Altamura e il vicesindaco con delega al Traffico Luca Zanotto incontreranno i rappresentanti di due società di monopattini che spadroneggiano dalle nostre parti, possiamo dire che la città non si è mostrata pronta alla novità. Colpa soprattutto degli incivili, ma questa è la situazione e ne va preso atto. Siamo favorevoli alle sperimentazioni, lo ripetiamo fino alla noia, ma questa oltre ad aver già emesso palesemente un verdetto negativo durerà addirittura due anni, e in 48 mesi, alla luce di ciò che è già successo finora, non osiamo immaginare cos’altro potrà accadere. Vengono i brividi solo a pensarci. In due anni cambia la geografia del mondo e si alternano leader mondiali: a Verona, invece, due anni servono solo per valutare l’impatto dell’introduzione dei monopattini. Andiamo avanti. Non diciamo che il monopattino non possa essere un mezzo utile, per di più è rispettoso dell’ambiente, e se usato con intelligenza è anche divertente.
E però in 40 giorni è accaduto già di tutto: incidenti, guidatori che trasportano illegalmente un passeggero (in alcuni casi mentre entrambi parlano al cellulare), monopattini gettati nei cestini, nell’Adige, abbandonati su marciapiedi e strisce pedonali, davanti a cancelli. Insomma: in poco più di un mese la novità ha creato una jungla dove ognuno si sente in diritto di dare libero sfogo alla propria imbecillità. A cosa serve sperimentare ancora? Non sarebbe il caso di seguire l’esempio di Milano, anche per dare un segnale chiaro? E invece dalla settimana prossima ai 450 monopattini già in circolazione (a Milano, capoluogo un tantino più vasto del nostro, è stato posto il limite di 2.000), se ne aggiungeranno almeno un altro centinaio appartenenti ad altre due compagnie, portando il numero complessivo ben oltre le 500 unità. Prima della fine dell’anno, poi, la sperimentazione pare che preveda l’arrivo di una sesta compagnia. Insomma: per Natale potrebbe esserci un’ulteriore infornata. Un regalo, ma per chi?
P.S. Siamo consapevoli del gran lavoro che sta svolgendo la polizia, tra sequestri dei mezzi e multe ai trasgressori. Ma gli agenti, peraltro già in numero insufficiente, dovrebbero essere impiegati per garantire la sicurezza pubblica, non per rincorrere l’esercito di incivili che si aggira per le nostre strade. Invece sono costretti a ciò, ed è la riprova che la sperimentazione, almeno per il momento, è fallita.
A.G.