Infermieri e medici, è un’emorragia Nel triennio 2022-2024 il sistema veronese ha perso 487 sanitari. Meno di un terzo ha lasciato per raggiunti limiti di età o per pensionamento. Nella maggior parte dei casi si è trattato di dimissioni volontarie. Non è migliore la condizione del personale di comparto

I problemi della sanità restano sempre al centro del dibattito. In questo periodo la sanità pubblica deve fare i conti con le dimissioni volontarie di medici e infermieri e dai dati spunta un’inarrestabile emorragia che non trova argine in nessuna misura.
MEDICI. Nel triennio 2022-2024 il sistema sanitario pubblico veronese ha perso 484 medici, di cui 267 dell’Ulss 9 e 217 dell’azienda ospedaliera Auoi, per una media di oltre 160 all’anno. Meno di un terzo dei medici dimissionari (156 casi, di cui 80 all’Ulss e 76 all’Aoui) ha lasciato per raggiunti limiti d’età o per pensionamento. Nella grande maggioranza dei casi si è trattato di dimissionari volontarie senza diritto alla pensione. Gli abbandoni di questo tipo sono stati 160 in Ulss 9 (pari al 60%) e 118 in Aoui (pari al 54%).
PERSONALE DI COMPARTO. Non è migliore la condizione del personale di comparto, espressione che comprende infermieri, oss, tecnici e altro personale sanitario e non sanitario: dagli elenchi ufficiali del personale consegnati dagli uffici del personale di Ulss e Aoui alle organizzazioni sindacali per consentire lo svolgimento delle elezioni delle Rsu, risulta che, rispetto alle ultime votazioni del 2022, a marzo 2025 mancano all’appello 202 unità di personale in Ulss9 e 68 unità di personale in Aoui.
DIMISSIONI NEL COMPARTO. Per quanto riguarda le motivazioni delle cessazioni tra il personale di comparto, fa fede un rapporto dell’Fp Cgil Verona del settembre 2024 che recita così: “Nell’ultimo anno e mezzo, dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2024, in Ulss 9 si sono registrate 386 cessazioni di rapporti di lavoro (circa l’8% dell’organico), solo parzialmente coperte da nuove assunzioni che sono state in totale 210. Tra le cause delle interruzioni del rapporto di lavoro spiccano le dimissioni volontarie (172), più numerose persino dei pensionamenti (169). Seguono, a grande distanza, la mobilità in uscita (16 cessazioni), il fine incarico di contratti a termine (16) e altre cause come decesso, dispensa, ecc. Le dimissioni volontarie coinvolgono dunque circa il 4% dell’organico, composto da circa 4.400 lavoratori e lavoratrici, e sono all’origine del 43% delle cessazioni tra gli infermieri. Sono inoltre la prima causa di licenziamento tra assistenti sanitari, assistenti sociali, dietisti, fisioterapisti, ostetriche, neurfisiopatologisti, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, tecnici della prevenzione, tecnici di riabilitazione psichiatrica, terapisti occupazionali”.