“I risultati dell’indagine evidenziano come anche il settore metalmeccanico risenta del clima di incertezza a livello nazionale e internazionale con la nostra economia in galleggiamento. In particolare il primo trimestre vede un rallentamento della domanda interna, anche le esportazioni segnano il passo, i risultati migliori sono stati ottenuti verso il Regno Unito e il Giappone. A livello locale i dati a dicembre 2018 confermano per la nostra provincia una buona dinamica dell’interscambio commerciale”. E’ questo il commento di massimo fabbri, presidente della sezione metalmeccanici di Confindustria Verona. I risultati dell’indagine di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica italiana rilevano infatti per il I trimestre del 2019, un parziale recupero rispetto alla fine del 2018 +0,3% ma attesta una diminuzione dei volumi del 2,1% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Il calo tendenziale è stato determinato dalla contrazione registrata nei comparti degli Autoveicoli e rimorchi (- 10,4%), dei Prodotti in metallo (-5,2%) e della Metallurgia (-3,0%). I restanti comparti hanno segnato variazioni positive ma inferiori all’1%, con la sola eccezione degli Altri mezzi di trasporto la cui produzione è, invece, aumentata del 7,1%. Il rallentamento delle dinamiche dell’interscambio di prodotti metalmeccanici osservato nella seconda metà del 2018 si è protratto anche nei primi mesi del 2019. Nel periodo gennaio-marzo, infatti, sia le esportazioni sia le importazioni sono cresciute di un modesto 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’export metalmeccanico è cresciuto dell’1,3% per la quota diretta ai paesi dell’Unione europea mentre ha registrato una contrazione dello 0,7% verso il resto del mondo. Le esportazioni metalmeccaniche hanno registrato nel corso dell’anno un significativo rallentamento con tassi tendenziali di crescita ridottisi dal +6,5% del quarto trimestre del 2017 al +0,8% dell’ultimo trimestre del 2018. Nell’anno, le esportazioni metalmeccaniche sono state pari a 222 miliardi di euro, le importazioni hanno raggiunto i 170 miliardi con un saldo attivo pari a 52 miliardi confermandosi sugli stessi livelli del 2017. A Verona sono oltre 4.900 le imprese metalmeccaniche attive, numero che rappresenta circa il 55% del numero totale di imprese del manifatturiero. “Per dare slancio al settore”, conclude, “è essenziale spingere sugli investimenti, proseguire sulla strada verso Industria 4.0. Dovremmo anche poter rivedere le misure EU sulla salvaguardia delle importazioni di materie prime come l’acciaio. Queste, infatti, limitano eccessivamente la competitività di molti dei nostri prodotti. Inoltre dovremmo puntare sulla formazione del personale, non solo per una crescita delle competenze delle persone già occupate, ma anche per la formazione di nuovi tecnici da inserire. Il reperimento di personale qualificato infatti è cruciale: la Germania forma 800 mila tecnici l’anno noi solo 10 mila. Investire negli ITS e nella formazione dei giovani non solo garantirebbe alle imprese il reperimento delle figure professionali mancanti ma potrebbe essere la base per un piano di inclusione e crescita dei nostri ragazzi”. Buona la performance dell’export che nel quarto trimestre del 2018 ha raggiunto la quota di circa 4 miliardi e 734 milioni con un incremento del 5,5% rispetto al quarto trimestre del 2017. Verona è la provincia veneta che ha registrato la variazione più elevata. Da solo, l’export del settore vale il 41% dell’export totale veronese. Verona è la 3° provincia italiana per export di cisterne e radiatori ed è nella “Top 10” italiana per export di macchinari. Inoltre la nostra provincia si conferma porta di ingresso italiana e del Mediterraneo con un valore dell’import di oltre 9 miliardi e 113 milioni nel quarto trimestre del 2018 che la pone al vertice delle province venete.