I miti non invecchiano mai. E invece sì, porca miseria. Prima Pelè che compie 80 anni, poi Maradona, che domani arriva a 60 anni. Non è vero, è impossibile, dici. E lo ripensi a regalare magie, a far impazzire la gente di Napoli e, forse, quella del mondo intero. Perchè, quelli come Maradona, in realtà, non hanno la maglia di una squadra, hanno la i colori del mondo. Come Pelè. O come Messi, visto ieri sera “palleggiare” allegro in mezzo alle statue bianconere. O come Cruyff, CR7, Beckenbauer, Gigi Riva, Di Stefano, Rivera. E ancora Totti e Baggio e fermiamoci qua, per celebrare “il dio del calcio” come lo definisce sempre Alessandro Renica, veronese di Golosine, che con Dieguito ha giocato e vinto, cantato e gioito, “perchè il suo calcio era gioia”.
Già, Dieguito compie 60 anni e la festa gliela fanno davvero tutti gli appassionati di calcio, quello vero. Quello che è ancora poesia, senza schemi, “perchè lui gli schemi se li inventava o li distruggeva”.
Perchè lui non è stato soltanto grande in campo, “ma pure negli spogliatoi, con noi” dice sempre Eraldo Pecci, un altro che l’ha visto da vicino. “Un campione di un’umanità incredibile” dice Pecci. “Forse non in grado di reggere la pressione fuori dal campo, nella vita privata. Ma questo è un altro discorso”. Già, un altro discorso. Oggi, è solo un giorno di festa.