Sgomento e grande tristezza anche da parte di tutta Cisl Veneto per il terribile incidente accaduto martedì alla centrale idroelettrica di Enel Green Power nel bacino di Suviana, sull’Appennino bolognese, che ha provocato la morte di tre persone e conta un ingegnere padovano (Adriano Scandellari, stella al Merito del Lavoro, di cui è stata trovata la salma) e un lavoratore veneziano, gravemente ustionato, tra i cinque feriti.
«Un altro incidente mortale sul lavoro che ci fa ribadire con forza quanto sia urgente cambiare passo sul fronte della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, per imprimere una reale e incisiva inversione di rotta che ancora non si vede» afferma il segretario generale di Cisl Veneto Gianfranco Refosco, che a nome dell’intera organizzazione esprime anzitutto le condoglianze alle famiglie delle vittime, e auspica che la magistratura faccia quanto prima piena luce sulle responsabilità di questa tragedia. «Come Cisl da febbraio siamo impegnati anche qui in Veneto in un’ampia e diffusa mobilitazione nazionale con lo slogan “Fermiamo la scia di sangue”. Chiediamo che sia messa in campo una strategia nazionale organica e partecipata dal sindacato e dalle imprese per porre uno stop a questa intollerabile perdita di vite umane e promuovere davvero una cultura della sicurezza e della prevenzione del rischio. La manifestazione a Roma il prossimo 13 aprile sarà l’occasione per rilanciare le nostre richieste e proposte». Gabriella Lanni, segretaria generale di Flaei Cisl, la Federazione lavoratori aziende elettriche italiane, dichiara: «Il nostro è un settore ad alto rischio, estremamente vulnerabile dal punto di vista della sicurezza e della salute sul lavoro. A nostra memoria non era mai capitata una simile tragedia in Enel, ma risulta ancor più preoccupante constatare che si tratta di figure esperte e ad alto profilo professionale». «L’unica strada percorribile – conclude – è fare in modo che le aziende, a partire da quelle strutturate come Enel, si siedano al tavolo con le rappresentanze dei lavoratori e i lavoratori stessi, per costruire insieme una cultura della sicurezza condivisa e copartecipata».
Già da lungo tempo i lavoratori e le lavoratrici del settore elettrico tramite i sindacati avevano lanciato il loro allarme e da febbraio è stata avviata una vertenza contro Enel, accusata da Flaei Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil di aver imboccato la strada della mera razionalizzazione degli investimenti e di un contenimento dei costi (del personale anzitutto), nonché delle esternalizzazioni di tante attività, con ripercussioni inevitabili sull’occupazione e la sicurezza e un rischio di incremento di infortuni gravi o mortali, proprio come quello avvenuto martedì.