Il modello matematico della Protezione Civile lo diceva già da tempo ma alzi la mano chi, a inizio marzo, avrebbe davvero creduto che tre mesi e mezzo dopo in Veneto non ci sarebbero più state persone in isolamento. Eppure, se la curva del contagio continuerà a scendere, andrà proprio così. Lo ha certificato oggi in conferenza stampa il governatore Luca Zaia: “Nel giro di una settimana, dieci giorni, andremo a zero”. Parole che riempiono il cuore e che, riavvolgendo il nastro, ci sembrano distanti anni dai primi drammatici giorni dell’infezione. “A oggi” ha detto il presidente della Regione “sono 1.145 i positivi ancora in isolamento. Il bollettino quotidiano certifica 6 nuovi positivi su un totale di 13 mila tamponi effettuati da ieri (con una incidenza dello 0,3 per mille di positivi sul totale di analizzati)”. Traduzione: il virus c’è, ma non è più in grado di infettare come prima, merito soprattutto del distanzimento sociale che ne ha ridotto la carica virale. “Se i dati confermeranno il trend di questi giorni riapriremo i teatri e i cinema il 15 giugno, mentre per le sale da gioco, gli spettacoli, le fiere e le sagre vorremmo chiudere la partita entro fine mese, ma tutto dipenderà dall’andamento dei contagi”. Zaia poi si è soffermato sulla riapertura delle frontiere, che vede l’Italia isolata da gran parte dell’Europa: “Gli austriaci fanno parte della nostra famiglia turistica, così come i tedeschi. Spiace vedere degli amministratori che remano contro e probabilmente non sanno cosa vuol dire governare. Siamo preoccupati” ha proseguito Zaia nel suo affondo “per la mancanza di chiarezza sull’apertura delle frontiere. Noi siamo sempre stati favorevoli. Non siamo gli untori d’Europa”. Il governatore ha anche risposto all’ex segretario del Pd, ora a capo di Leu, Pier Luigi Bersani, il quale ha detto che se durante l’emergenza, al governo, ci fosse stato il centrodestra, i cimiteri sarebbero stati pieni. “Spero che sia stata solo un’uscita infelice. Davanti a tutti questi morti avrei evitato certe parole. Ci vuole rispetto per chi ha perso la vita e per le persone che hanno sofferto. In Veneto c’è un detto” ha affondato il governatore “‘prima di parlare taci’”. Infine Zaia, incalzato dai cronisti, ha risposto in merito al Mes: “E’ un problema del governo, non spetta a me decidere. Noi non abbiamo mai espresso un giudizio perché la partita è in mano al governo: se accetterà questi fondi vorrà dire che li ritiene un affare”.
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