Dopo la Valpolicella, che ha pagato un conto caro per la grandine soprattutto sul fronte vitivinicolo, a fare le spese del maltempo è ora la Val d’Alpone, dove sono le ciliegie a subire i danni più consistenti delle piogge violente e persistenti degli ultimi giorni.
Spiega Alberto Stoppele, agronomo di Confagricoltura Verona e coordinatore dell’associazione I Tesori di Vania, che raccoglie 12 aziende di cerasicoltori tra Montecchia di Crosara, Monteforte e Roncà: “Ha piovuto forte anche la notte scorsa e poi continuamente nei giorni scorsi. Inoltre ci sono stati forti sbalzi di temperatura. Tutto questo ha contribuito al fenomeno del cracking, cioè la spaccatura dei frutti. Abbiamo l’80 per cento dei frutti da buttare dell’ultima settimana, vale a dire 50 quintali di ciliegie per quanto riguarda le nostre 12 aziende. Un bel danno. Adesso speriamo che si salvino almeno le ciliegie medio-tardive, che sono circa 200 quintali, ma deve smettere di piovere, altrimenti perderemo anche quelle”. Peccato, perché la raccolta delle ciliegie in provincia di Verona era partita bene, con ottima qualità e prezzi elevati per i frutti di grande pezzatura. Conferma la situazione Francesca Aldegheri, referente per il settore frutta di Confagricoltura Verona, che ha ciliegie a Belfiore: “È piovuto troppo. Con acquazzoni isolati, le ciliegie resistono – dice -. Ma ha fatto piogge continue, anche importanti e ravvicinate, e l’ultima di ieri sera è stato fatale. L’acqua ha stagnato per tante ore vicino al calice, e perciò ha fatto danni. Noi stiamo raccogliendo le Grace Star, una varietà media. Le tardive come le Kordia, le Regina e i Duroni, che non sono ancora mature, non hanno per ora subito danni. Speriamo che il tempo si sistemi. Sta diventando anche difficoltosa la raccolta, perché si lavora per poche ore e poi bisogna abbandonare il campo perché comincia a piovere. E anche quello aggrava la situazione, perché i frutti intanto maturano e, se non si raccolgono al momento giusto, si rischia di buttare via tutto. La cosa incredibile è che abbiamo passato aprile a irrigare, perché c’era troppo caldo e secco. Adesso è giugno, cioè l’inizio dell’estate in cui dovremmo avere 30 gradi, e invece fa freddo, piove a dirotto e con bombe d’acqua. È una situazione climatica insostenibile”.