“Un fattore tanto esogeno quanto ingiusto rischia di colpire uno dei capisaldi dell’export veronese: il vino. Negli 5 ultimi anni i rossi veneti – dove la Valpolicella incide per il 70% del valore – sono cresciuti del 46% sul mercato americano, un dato che va ben oltre l’incremento export di vino made in Italy nello stesso periodo”. Lo ha detto oggi il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello, in merito al paventato allargamento a vino, olio e pasta italiani della lista dei prodotti europei a potenziale dazio aggiuntivo, all’esame del dipartimento del Commercio statunitense.
“C’è molta preoccupazione – ha aggiunto – ma al tempo stesso la consapevolezza che attraverso un salto di qualità della diplomazia Ue si possa ancora evitare ciò che a tutti gli effetti suonerebbe come una beffa commerciale dopo tanti anni di investimenti in promozione e crescita dei nostri brand verso un top buyer sempre più strategico. Siamo preoccupati soprattutto per i vini a fascia media, quindi per il Valpolicella – che negli Usa esporta il 17% dell’intero export – e il Ripasso. Sull’Amarone vogliamo sperare di poter contare sulla sua forte identità e sul fatto che sia un vino meno sostituibile di altri. Ma la leva del prezzo mette ovviamente a rischio anche il nostro grande rosso, che negli Usa raccoglie a valore il 15% delle vendite complessive realizzate all’estero. Anche di questo – ha concluso Bussinello – si parlerà ad Anteprima Amarone, con un focus dedicato a 2 mercati tanto importanti quanto difficili a causa di congiunture geopolitiche che nulla dovrebbero avere a che fare con il libero mercato”.