Maurizio Battista
Un treno, vero, non il Bruco, per arrivare a Gardaland. Una linea ferroviaria che parte da Peschiera staccandosi dalla Verona-Brescia e risale la sponda veronese con fermate al servizio dei paesi come Lazise, Bardolino, fino a Garda e ovviamente una fermata per il distretto dei parchi divertimenti, dal Caneva a Gardaland. Una soluzione, quella ferroviaria, per alleggerire gli intasamenti di traffico automobilistico e pullman su una sponda veronese al limite del collasso. Queste soluzioni progettuali sono già state al centro di incontri tra Rfi e Regione Veneto e verranno esposte in una riunione convocata dall’assessore regionale alle infrastrutture Elisa De Berti l’11 settembre a Peschiera. Del resto Gardaland con 3 milioni di visitatori all’anno e un giro d’affari di 120 milioni di euro è il parco divertimenti più importante d’Italia ma l’ambiente in cui si è sviluppato è sempre molto delicato e l’impatto del distretto dei parchi di divertimento si fa sentire sull’ecosistema lacustre. E poi ci sono infatti anche Movieland Park e il Caneva Aquapark, attrazioni per altri milioni di turisti con annessi ristoranti e resort. Un’industria vera e propria fiorita sulla sponda veronese del Garda che rischia di mandare in crisi la mobilità e l’accessibilità ai paesi del lago. Da qui la proposta di realizzare un trasporto ferroviario d’intesa tra la Regione e Rfi da Peschiera fino a Garda. Il Gruppo di lavoro tecnico misto Regione/Rfi si è già riunito alcune volte dall’inizio dell’anno per mettere a punto “il collegamento che interessa zone ad alta valenza turistica caratterizzate da significativi spostamenti”. Il lavoro infatti, si legge nella relazione congiunta, punta alla “realizzazione di un modello di mobilità sostenibile e intermodale lungo la sponda orientale del lago di Garda, incentrato sulla componente ferroviaria e per lo sviluppo di una proposta di collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo di Verona”. Le due proposte viaggeranno sia insieme che separate. Un secondo incontro in settembre è previsto a Verona. Ma vediamo le proposte.
Tre soluzioni per unire la città al lago. Tra le ipotesi il prolungamento da Peschiera a Mantova e da Lazise a Bussolengo e S. Massimo
Cominciamo con le proposte per il collegamento tra Verona e la sponda orientale del Lago di Garda che prevedono anche la realizzazione di gallerie. I tecnici di Rfi hanno messo a punto tre ipotesi ritenute percorribili dal punto di vista ferroviario, ambientale ed economico visto che in questo tratto di sponda veronese c’è un altissimo numero di spostamenti e una forte presenza turistica. La prima soluzione avrebbe uno sviluppo di 19.2 chilometri di cui 5,5 in galleria. Il progetto prevede che il collegamento tra il Garda orientale e Verona avvenga per mezzo di una nuova linea che, costeggiando la sponda veronese del Lago, vada ad allacciarsi sulla linea storica Brescia-Verona, sia in direzione Verona che in direzione Brescia. Presso Garda, Bardolino, Lazise e Gardaland, spiegano i tecnici nella loro relazione, sono previste fermate per servizio viaggiatori. La seconda soluzione si allungherebbe verso il Basso veronese e il mantovano, andando infatti fino a Valeggio, Villafranca e Mantova. In pratica si porterebbero sul lago anche tutti quei turisti e residenti della zona del Mincio e che gravitano molto spesso su Peschiera. Lo sviluppo totale pertanto sarebbe in questo caso 37.3 chilometri, di cui 10 in galleria. Questo progetto “lungo” prevede che il collegamento tra il Garda orientale e Verona avvenga a mezzo dello stesso tracciato di cui alla Soluzione 1, raccordandosi però alla Brescia-Verona solo lato Brescia, per poi proseguire verso la bassa veronese, al fine di servire ulteriori località (Cavalcaselle, Salionze e Valeggio sul Mincio) e, da ultimo, innestarsi sulla tratta Mantova-Verona, a sud della stazione di Villafranca di Verona. Una ipotesi che, come vedremo, andrebbe a interconnettersi con il collegamento Verona-aeroporto Catullo-Villafranca-Mantova. Un percorso ferroviario invocato tra l’altro proprio l’altro giorno anche dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi in una logica di area vasta Verona-Lago-Mantova. Infine, c’è una terza soluzione allo studio, che prenderebbe in esame la possibilità di agganciarsi al nuovo tracciato ferroviario della linea Tav del Brennero. La soluzione 3 infatti avrebbe uno sviluppo totale di 26.5 chilometri di cui 7.3 in galleria. Il tracciato allo studio prevede che il collegamento tra il Garda Orientale e Verona avvenga per mezzo di una nuova linea che ricalca, tra Garda e Lazise, il tracciato della prima ipotesi, però poi andrebbe a ricongiungersi alla linea del Brennero nei pressi di San Massimo. Proprio a San Massimo sarebbe prevista dall’amministrazione comunale una nuova stazione per i treni normali, non ad alta velocità, al servizio del traffico pendolare ferroviario. Le fermate per il servizio viaggiatori lungo questa linea sarebbero previste sempre a Garda, Bardolino e Lazise, ma anche a Pastrengo e Bussolengo. In pratica questa linea ferroviaria correrebbe lungo la strada che tutti i veronesi percorrono da borgo Milano a Lazise, alleggerendo quindi il traffico veicolare. L’11 settembre i Comuni interessati cominceranno a valutare queste ipotesi: quale sarà la prescelta?
Catullo, una bretella ferroviaria oppure metro o servizio autobus. Per l’aeroporto collegamento in treno da Dossobuono, galleria sotto l’aeroporto e fermata in trincea. Ma anche altre soluzioni
Tra i progetti allo studio di questo gruppo di lavoro congiunto Rfi-Regione ci sono anche quelli per collegare l’aeroporto Catullo alla stazione di Porta Nuova. Un collegamento atteso da decenni e sulla sua mancata realizzazione da tempo si consumano polemiche e battaglie politiche. Fatto sta che allo stato attuale chi sbarca all’aeroporto, o chi deve andare al catullo per imbarcarsi, o si arrangia con auto propria, o prende il taxi o la nacetta dell’Atv. Per i turisti o anche solo visitatori ed espositori della Fiera, un disagio notevole, la cui fine ancora non si vede. E nel 2026 i passeggeri del Catullo potrebbero aumentare in modo consistente per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e per quella data non sarà pronto nulla di diverso. Anche le soluzioni prospettate da Rfi e che la Cronaca di Verona è in grado di anticipare, non saranno risolutive, perché i tempi di realizzazione saranno sicuramente superiori ai due anni e mezzo che ci separano dalle Olimpiadi invernali. Ma vediamo quali soluzioni sono state realisticamente preparate da Rfi su incarico della Regione, sottolineando che alcune ipotesi prevedono di collegare in modo più efficace di oggi anche Mantova. Proposte che saranno al centro di un incontro in Comune che verrà con tutta probabilità convocato dalla Regione entro settembre. La prima soluzione prevede uno sviluppo di 19 chilometri, di cui 6.5 in galleria con la realizzazione di una nuova bretella che si distacca dalla linea Verona-Mantova a nord di Dossobuono, sottopassa l’Aeroporto, lambisce Sommacampagna a sud e si ricongiunge alla linea Brescia-Verona a est di Peschiera del Garda. Sono state previste fermate per servizio viaggiatori a Sommacampagna e Aeroporto, quest’ultima in trincea profonda, prima del tratto in galleria, necessario a sottopassare l’intera area aeroportuale. La seconda avrebbe uno sviluppo totale di 9.7 chilometri, di cui 3.8 in galleria con la realizzazione di una nuova bretella con sviluppo minore rispetto a quella della soluzione 1, poiché risale più rapidamente verso la linea Brescia-Verona. Tale bretella si distacca anch’essa dalla linea Verona-Mantova a nord di Dossobuono, sottopassa l’Aeroporto, ma lambisce Sommacampagna a nord, anziché a sud, e si ricongiunge alla linea Brescia-Verona a ovest dell’attuale stazione di Sommacampagna, invece che a est di Peschiera del Garda. Anche in questo caso sono state previste fermate per servizio viaggiatori presso Sommacampagna e Aeroporto, quest’ultima in trincea profonda. Ma il protocollo Rfi-Regione prevede anche alternative alla linea ferroviaria, per cui il collegamento con l’aeroporto potrebbe eventualmente, essere realizzato con un sistema lean (un collegamento “snello”) tra Verona Porta Nuova – Aeroporto o con il potenziamento del collegamento autobus già esistente. Le ultime due ipotesi sono già state contestate.