In mostra contro la violenza sulle donne Stefania Spanò attraverso i disegni fa riflettere sul problema che affligge la nostra società

Ci sono molti modi per affrontare il tema della violenza sulle donne. Uno di questi è quello adottato da Stefania Spanò in arte Anarkikka, che, attraverso i disegni, smuove l’animo e fa riflettere con creatività e intelligente ironia. Per questo motivo l’associazione “Isolina e…”, con il patrocinio e il contributo della 4^ Circoscrizione, ha pensato si condividerlo promuovendo una mostra con le tavole dell’artista dal titolo “Non chiamatelo raptus” che si potrà visitare ad ingresso libero nella sala mostre del Centro Culturale “6 Maggio 1848” in via Mantovana, 66, da sabato 18 a mercoledì 29 novembre.
L’esposizione vuole contribuire a scardinare molti degli stereotipi più diffusi. Un linguaggio che veicola e rafforza una narrazione sbagliata della sopraffazione interiorizzata, dove gelosia è attenzione, possesso è amore, delitto è raptus, inteso come risposta “passionale” alla disperazione, al tormento. Che assolve l’uomo e getta ombre sulla donna, sulla vittima, che diventa l’istigatrice del gesto folle, la responsabile, quella che “se l’è (sempre) cercata”. Quella, che ancora una volta, ha “la colpa” del suo stesso esistere.
Orari della mostra. L’inaugurazione è stata sabato 18 novembre. Fino a mercoledì 29 novembre il lunedì dalle 9 alle 12, mercoledì dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18.00, venerdì dalle 9 alle 12 e sabato dalle 10 alle 16. Martedì, Giovedì e Domenica la mostra è chiusa.
La mostra è stata presentata questa mattina in Sala Delaini. Sono intervenuti il presidente della Circoscrizione 4^ Alberto Padovani con la consigliere Sabrina Ugolini e la presidente di “Isolina e…” Marisa Mazzi.
“In Circoscrizione 4^ siamo da sempre sensibili a questi argomenti – commenta il presidente Alberto Padovani -. Attraverso questa mostra cercheremo di spiegare e far capire alla cittadinanza questo tema e come continua a reiterarsi in situazioni di violenza. Un messaggio rivolto alle donne, per aiutare altre donne, ma soprattutto agli uomini, che devono intercettare i fenomeni all’interno della famiglia o chi purtroppo commette questi gesti”.