“In Italia, nessun nuovo lockdown” Il prof. Bassetti sicuro: "La situazione sotto controllo, niente da spartire con altri paesi"

L’aumento dei casi di contagio in Italia sta facendo risalire la paura. Il timore dei cittadini è che possa riverificarsi quanto accaduto a marzo: un lockdown che ha inferto il colpo di grazia ad un’economia già precaria.
Sulla possibilità di un secondo “Restate a casa”, la comunità scientifica è divisa. Come spesso accaduto in questo periodo, gli esperti posseggono opinioni divergenti. Per alcuni non bisogna sottovalutare l’ipotesi che con una possibile seconda ondata il Governo debba tornare ad operare drastiche scelte. Per altri invece lo spettro di una chiusura non aleggia più sulle teste degli italiani. Tra questi, figura Matteo Bassetti, primario del reparto di Malattie Infettive del San Martino di Genova.
“Il solo pensare ad un possibile secondo lockdown è anacronistico. Le scelte verranno assunte valutando ogni caso singolarmente. Quanto accaduto a marzo-aprile non succederà mai più“. Queste le parole di Matteo Bassetti, alla domanda rivoltagli sulla possibilità che in Italia venga imposto un nuovo lockdown. Un pensiero, il suo, che nasce da una ferma convinzione: “L’Italia non è in pericolo: il fatto che ci siano duecento soggetti in terapia intensiva – afferma Bassetti– su di un totale di 50mila casi si traduce solo nello 0,5% di pazienti che manifestano una forma più grave della malattia“.
Il noto infettivologo ha poi proseguito parlando di quello che è il quadro nel Mezzogiorno: “Alcune Regioni del Sud pare abbiano dei problemi. A mio avviso, ciò, potrebbe essere dettato dal fatto- riferisce Bassetti – che quando si è registrata una diminuzione di casi invece di fare le ‘formiche’ hanno fatto le ‘cicale’“. In sostanza, le regioni del Meridione piuttosto che preservarsi quando la curva dei contagi aveva raggiunto i minimi epidemiologici, si sarebbero lasciate andare.
Bassetti: “Bisogna parlare di più ed imporre di meno”
Il professor Bassetti ha poi proseguito affermando: “Adesso è il momento di aiutare chi ha bisogno. Se vi sono luoghi in cui si registrano focolai bisogna agire con severe misure di contenimento mirate. Nulla a che vedere con quanto accaduto in Israele, siamo due realtà completamente differenti”.
Il primario di Malattie Infettive dell’Ospedale di Genova ha poi proseguito affermando che anche in altri Paesi europei si tende ad un inasprimento delle misure, ma di certo non si propende per un nuovo lockdown.
“In ogni caso -ha concluso Bassetti -se continueremo a seguire le misure come abbiamo fatto finora, non credo che l’Italia corra dei grossi rischi. Anche se, come dicono altricolleghi, è giusto non abbassare mai la guardia”.