Autonomia? Per il governatore del Veneto Luca Zaia siamo al momento decisivo. La sintesi, stando alle sue parole, è semplice: o viene approvata a stretto giro di posta, rispettando le indicazioni dei presidenti di regione, o del la riforma non se ne fa più niente e la Lega stacca la spina al governo. Ma sarà vero? «È il momento in cui si fa la storia tutti insieme», ha detto il “doge”, oppure «è il Big bang su cui cade il governo». Nell’inter vista al Corriere della Sera il governatore leghista, sembra più come ultimo tentativo di conciliazione che per reale convinzione, ha proposto al premier Giuseppe Conte «un conclave ». «Producano una bozza d’intesa» ha spiegato. «Ci chiudiamo in una stanza e stiamo lì tutto il tempo che serve». Zaia, per mettere ulteriore pressione sul premier – si capisce – giudica «positivo che Conte abbia avocato a sé la pratica». «Se servono dei correttivi parliamone » ha proseguito il presidente del Veneto «ma niente aria fritta. Se l’assistenzialismo è l’unico mantra significa che il Paese non funziona più. E poi se qualcosa non dovesse funzionare, l’autonomia si può sempre revocare». Molti, ha fatto notare il governatore dell’ex Serenissima, «si dimenticano di questo aspetto e preferiscono dipingerci come gli “spacca-Italia”». Zaia a radio 24 ha rilanciato: «Basta manfrine! ogni anno vengono sprecati 30 miliardi di euro. Le democrazie occidentali che funzionano hanno tutte il federalismo e l’autonomia ». L’impressione però, quasi una certezza, è che la stesura del documento sia tutt’altro che in dirittura d’arrivo. nelle ultime ore a Palazzo Chigi avrebbe dovuto tenersi un vertice ristretto e decisivo. Tutto rimandato, ancora una volta. nel frattempo luigi di Maio è tornato all’attacco. Ha recitato il refrain dell’autonomia che «si farà» ma ha tenuto a precisare che «un Paese sovrano è un Paese unito». «Vedo che nelle ultime interviste i toni dei governatori Zaia e Fontana sono cambiati (ma cos’avrà letto? ndr)» è andato avanti. C’è volontà di discutere. Non bisogna danneggiare il Sud, la Lombardia e il Veneto creino il fondo di perequazione, ci siano livelli essenziali di prestazione per aiutare tante regioni ad avere servizi migliori. ovvia mente» ha concluso Di Maio «Abbiamo lasciato fuori l’assunzione dei docenti su base regionale, per ché non possiamo creare scuole di serie A e di serie B, con stipendi di versi». Gli imprenditori e le famiglie del nord, quelli che hanno sempre pagato per coprire gli enormi sprechi e il malaffare di certi amministratori pubblici, esigono rispetto. L’autonomia, per Zaia, è la madre di tutte le battaglie. Perderla prima ancora di vederla all’orizzonte potrebbe provocare uno sconquasso a nordest.